Carlo Vicenti, dopo un letargo forzato causato dalla pandemia di covid, torna a condividere con il pubblico i risultati del suo amore per la pittura.
Sabato 8 luglio, alle ore 19.30, alla presenza del sindaco Francesco Intini, sarà inaugurata presso il Chiostro delle Clarisse, nel centro storico di Noci, l’esposizione di 22 tele della collezione “Ammonoidi”.
I quadri potranno essere ammirati fino al 16 luglio ogni sera dalle ore 19.00 alle 21.00.
La serie ha iniziato a prendere forma e consistenza nel gennaio 2020 quando le prime tele sono state esposte in anteprima in occasione della 16. edizione di BAF, Bergamo Arte Fiera.
Dopo di allora, complice anche il lockdown covid, Vicenti ha continuato a lavorare, portando a compimento l’ennesima collezione della sua prolifica produzione.
La ricerca introspettiva dell’autore, il suo indagare a ritroso alla scoperta delle origini della propria identità di uomo pensante e creativo, gli hanno consentito, in quella che sicuramente è solo una ulteriore tappa del suo personale e originale percorso, di far emergere, spontaneamente e istintivamente, dalle sue mani, fedeli strumenti operativi della sua mente, figure monocromatiche che possono richiamare alla memoria le forme di ammonoidi fossili.
Le tracce di questi invertebrati, che rappresentano il passaggio di una delle tante forme di vita sulla Terra, assurgono a emblema dell’impegno dell’autore che si spoglia man mano di inutili fronzoli e nocivi orpelli per diventare egli stesso parte di un universo incontaminato e puro, quasi a voler fuggire dalla odierna realtà artefatta e inquinata nei sentimenti e nell’ambiente.
Un apparente paradossale ritorno al passato, alle origini, per cercare la strada verso un futuro sostenibile, appagante, autentico.
Forse un più o meno consapevole appello a guardare al passato per ritrovare princìpi, ideali e sentimenti autentici e un pianeta non stuprato dal progresso incontrollato e dal cieco egoismo?
L’illusoria semplicità delle tele, la naturalità e purezza dei segni che intaccano il vergine pigmento richiamano primordiali e ancestrali paesaggi con i quali Carlo Vicenti appaga, seppure forse momentaneamente, il suo spirito indagatore, la sua spasmodica ricerca della purezza segnica ed emozionale, e prova nuove e autentiche sensazioni.
L’auspicio è che i fruitori delle tele possano provare e trovare in esse proprie emozioni, sensazioni o, comunque, stimoli alla meditazione.
Giuseppe Basile