Ieri è stato arrestato l’ultimo padrino di “Cosa Nostra”, l’organizzazione criminale mafiosa nata in Sicilia. “Matteo Messina Denaro è stato catturato grazie al metodo Dalla Chiesa, cioè la raccolta di tantissimi dati informativi dei tanti reparti dei carabinieri, sulla strada, attraverso intercettazioni telefoniche, banche dati dello Stato, delle regioni amministrative”, ha così dichiarato il comandante dei carabinieri Teo Luzi. Aggiungendo: “Una grande soddisfazione perché è un risultato straordinario. Messina Denaro era un personaggio di primissimo piano operativo, ma anche da un punto di vista simbolico perché è stato uno dei grandi protagonisti dell’attacco allo Stato con le stragi. Risultato reso possibile dalla determinazione e dal metodo utilizzato. Determinazione perché per 30 anni abbiamo voluto arrivare alla sua cattura, soprattutto in questi ultimi anni con un grandissimo impiego di personale e di ricorse strumentali”.
Pasquale Angelosanto, comandante del Ros, ha dichiarato che è il risultato di un lavoro corale che si è svolto nel tempo, che si è basato sul sacrificio dei carabinieri in tanti anni. “L’ultimo periodo, quelle delle feste natalizie, i carabinieri del Ros lo hanno trascorso negli uffici a lavorare e a mettere insieme gli elementi che ogni giorno si arricchivano sempre di più e venivano comunicati”, ha detto.
Il comandante del Ros ha raccontato che il blitz è scattato solo nel momento in cui “abbiamo avuto la certezza che fosse all’interno della struttura sanitaria”, La Maddalena di Palermo. Il superlatitante non ha opposto alcuna resistenza e “si è subito dichiarato, senza neanche fingere di essere la persona di cui aveva utilizzato l’identità”. Dunque, Messina Denaro non solo non ha opposto resistenza, ma non ha neanche tentato la fuga, anche se gli inquirenti hanno spiegato che “sicuramente ha cercato di adottare delle tutele una volta visto il dispositivo che stava entrando nella struttura”.
Da fonti attendibili si apprende che il medico che aveva in cura Andrea Bonafede, alias Matteo Messina Denaro, è indagato dalla Procura Antimafia. Tumbarello è originario di Campobello di Mazara ove ha esercitato, fino a dicembre 2022, la funzione di medico di base in paese. Con massima certezza si è già appurato che il medico indagato è stato il medico curante del vero Andrea Bonafede, 59 anni e residente a Campobello di Mazara. Per questo motivo, presumibilmente, il medico non poteva non sapere della vera identità del finto Bonafede.
Questa mattina i carabinieri del Ros e la procura di Palermo hanno diramato alla stampa di aver individuato il covo. Si trova a Campobello di Mazara, in provincia di Trapani, paese del favoreggiatore Giovanni Luppino, incensurato ma finito in manette accusato di associazione mafiosa.
A far scalpore, non è solo la posizione nel centro abitato ove si trova il nascondiglio, ma soprattutto le varie dichiarazioni di abitanti di Campobello di Mazara che hanno detto di averlo visto più volte girare le vie del paese indisturbato.