Centro studi sui dialetti, convivio di arte e architettura

NOCI – Anche il dialetto e la letteratura hanno trovato spazio all’interno della prima edizione nocese sulle dimore storiche promossa dall’Adsi. “Convivio – di fava, di vino e musica” organizzata dal Centro Studi sui Dialetti Apulo-Baresi si è ben inserita all’interno di un evento che ha visto coinvolte 9 strutture sparse su tutto il territorio comunale.

In una delle poche vere dimore storiche inserite nel programma, quella di Casino Montone nei pressi del santuario della Madonna della Croce, nella giornata di domenica (l’appuntamento del sabato era saltato per condizioni meteo avverse) il linguaggio delle fave si è accompagnato a quello del vino per far conoscere a tutti anche la tradizione culinaria e dialettale di Noci. Alle declamazioni poetiche di “A fèfe” (Francesco Galassi), si sono susseguite le fave dei poveri e quelle di Federico II (Mario Gabriele) e maledizione, misticismo e religiosità in Pitagora (Caterina Quarato). Il linguaggio del vino è stato presentato da Giovanni Laera a cui è succeduta “La cultura del vino per i classici” (Chiara Fasano) per chiudersi con i brindisi in vernacolo di Pietro Gigante.

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Il binomio ha avuto luogo sull’aia del Casino Montone (o villa Gabrielli) dimora storica tardo ottocentesca rimessa a nuovo dal proprietario Giovanni D’Ambruoso. «Ci sono voluti sette anni – dice a Legginoci il proprietario di casa – ma alla fine ne è valsa la pena. Ho messo a disposizione la mia dimora perché vorrei che gli altri, nocesi e non, riscoprissero le bellezze del nostro territorio e soprattutto la cultura del bello». Dello stesso avviso è anche Piero Liuzzi, componente della VII commissione cultura in senato: «è qualcosa di cui andare fieri. La Puglia nel suo complesso ha molte bellezze, quelle messe a disposizione oggi dai proprietari come Giovanni D’Ambruoso dovrebbero servire ad incrementare la visione di un territorio ricco di storia e di fascino che non dobbiamo lasciare alla decadenza».

I visitatori, in massima parte nocesi, hanno potuto visitare i giardini e la chiesetta interna alla proprietà, ed infine hanno potuto apprezzare le musiche di Enantino, il folksinger della Murgia, “Cummà Maria” dei Uaragnaun e “Lu bene mio” di Matteo Salvatore eseguite per l’occasione dal trio Giuseppe Liuzzi (chitarra), Francesco Sgobba Palazzi (piano) e Ciccio Bianco (batteria).

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