NOCI – “Dunuè, nù t’ame aspettète tutte chisse anne. N’ame a ffè nu tréssétte”? “Franco, facìmele n’atatune, scia’. Tonine addòvve stè”? “Stè vvéne. O sapute ca sì venute friscke friscke, jόsce u ggiòrne”. “Ce pérde, pèghe u café”. “É ssciute”. “Allòre… fè carte. Come i vecchi tempi. U timbe, ddό ssuse… stè sémbe”.
Quell’ufficio, a Noci, si è trasferito. Altrove, in un posto migliore. Ma lo sentite, ancora, entrando, quell’odore di tabacco, di cui era pregno. E lui, mio nonno, “Donato delle Acli”, quasi un epiteto ormai, finite le scartoffie quotidiane, attende gli amici di sempre per il tradizionale giro di carte.
Adesso si sono ritrovati. E continueranno le chiacchierate senza sosta, da buoni amici.
Quel maledetto ictus gli aveva tolto una delle cose più preziose: la parola. E ne soffriva tremendamente. Adesso la morte gliel’ha ridata. Insieme a tutto il resto. Un patronato lassù ci vuole. Serve. Aiuta. Magari anche le anime devono fare la dichiarazione dei redditi paradisiaci. Non so.
Eri rimasto quaggiù, sei stato l’ultimo ad andartene. Caparbiamente. Dopo nonno Agostino, nonna Rosa e la tua “Carina”. Come quell’ufficio, di cui eri orgoglioso fondatore e responsabile, che non chiudeva mai, mang a dì d Natel. Un’icona del lavoratore modello, che oggi non c’è più.
Hai sistemato tutto e hai fatto i bagagli. E sei partito anche tu per il viaggio più lungo, senza ritorno.
Ma prima, una puntata al mercato. Come ai vecchi tempi. Me li ricordo. Avrò avuto 6 anni, ma sapevo già tutto. Me l’avevi insegnato tu, a fare la spesa. A guardare la frutta, i prezzi. A mercanteggiare. Che mito.
Lo sguardo indagatore, prendevi un frutto in mano, esattamente come faccio io oggi, alla Esselunga. Con sguardo diffidente, chiedevi:
– “Come sono queste arance”?
– “Donato, dolcissime. Si mangiano…da Dio”.
– “Dammill allor, ca egghia part, Carina m ste aspett, dessus”
Adesso sei andato via per sempre. Quel “vado a venire” che usavi spesso, è una vecchia espressione dismessa ormai. Non tornerai. Ma hai raggiunto tua moglie e i tuoi amici, adesso, e va bene così. Qui eri fatto troppo vecchio. Quel pugno serrato, che mi mostravi le ultime volte che ci siamo visti, adesso è una mano aperta, fredda e inerte. Quell’ufficio a Noci, in Via Mazzini 11…non c’è più. Si è trasferito in un posto migliore. E ci sei tu, che già organizzi tutto con la solita dovizia di particolari. U timbe stè. N’eterntè.
AGOSTINO GIAMPIETRO
In occasione del trigesimo i cari ricorderanno Donato Pugliese con una santa messa sabato 11 febbraio 2017 alle ore 18.00 presso la parrocchia Mar Ss della Natività (chiesa Madre).