NOCI – Il Canto Gregoriano è canto e preghiera insieme. Chi lo ascolta percepisce serenità, bellezza ed un inspiegabile senso di distacco dalla realtà, dovuto anche al superamento della ritmica regolare cui la musica mondana lo ha assuefatto. Chi lo ascolta intuisce che questo effetto sulle emozioni non può essere casuale o legato alla fugacità di una situazione momentanea: deve esserci qualcosa di più profondo, che non si svela immediatamente, un intreccio tra il percepibile e l’indicibile.
Il Canto Gregoriano svela all’analisi dell’occhio esperto una sottile trama teologica che illumina e pervade ogni singola parola cantata, è un’immagine di Dio resa con i poveri mezzi umani della voce modulata ma non per questo meno profonda e completa. La tecnologia attuale ci ha reso familiare la tecnica dell’ologramma, una immagine tridimensionale della realtà, in cui ogni singola parte contiene il tutto: si può frammentare all’infinito un ologramma, ma ogni frammento contiene l’intero oggetto. Il Canto Gregoriano è un ologramma della realtà che a sua volta è immagine del Divino, è un frammento sonoro che contiene integralmente tutti gli aspetti veri e immutabili dell’essere umano: stupore, speranza, rassegnazione, ricordo, tenerezza, sofferenza, amore… E contiene tutte le figure che accompagnano la vita dell’uomo, dalla nascita all’infanzia all’adolescenza, fino al mistero della generazione e della morte.
È proprio l’esplorazione delle figure parentali archetipiche e delle tappe fondamentali della vita dell’uomo l’oggetto della lezione concerto che si terrà la sera di sabato 18 giugno nella chiesa di San Giovanni Battista a Matera. L’evento si colloca all’interno delle manifestazioni organizzate dal CENSIN per i giorni 18 e 19 giugno, comprendenti una serie di conferenze, mostre ed un suggestivo percorso di pellegrinaggio sul sentiero che unisce l’antica abbazia di Montescaglioso a Matera.
L’idea di illustrare attraverso una serie di brani tratti dal repertorio gregoriano la successione ininterrotta delle Generazioni è del monaco benedettino Don Giulio Meiattini, dell’abbazia Madonna della Scala di Noci: la sua lezione illustrerà i testi di canto liturgico incentrati sulle figure del padre, della madre, dell’adolescente, del vecchio e del bambino. Il compito di dare evidenza sonora al mistero delle generazioni umane spetterà invece al Coro Novum Gaudium di Noci, fondato nel 1988 dal compianto monaco benedettino e gregorianista Padre Anselmo Susca; il coro è attualmente curato dalle sue discepole Anna Caldaralo e Rosalia Schettini e svolge intensa attività concertistica finalizzata alla divulgazione del canto sacro.
A.G. Caldaralo