NOCI – Lo scorso 19 giugno Don Stefano Mazzarisi, il parroco della Chiesa Madre, ha celebrato il suo decimo anniversario di consacrazione sacerdotale. Per l’occasione lo abbiamo intervistato, per ripercorrere insieme le emozioni di questi dieci anni dedicati al Signore.
Come e quando è nata la sua vocazione?
Nella mia infanzia giocavo quotidianamente a fare il prete. Più tardi capii che, giocando, avevo progettato…e ad un certo punto mi sono messo completamente in gioco! Ero di casa in parrocchia e la Parola di Dio diventava sempre più di casa in me. Ho risposto “sì” per me, per Dio, per gli altri.
Il 19 giugno di dieci anni fa la sua ordinazione sacerdotale: che ricordo ha di quella giornata?
Nel primo pomeriggio cominciò a piovere, ma dentro c’era il sole. Ero molto sereno. Le immagini del mio giocare a fare il prete scorrevano nel cuore: il sogno diventava realtà.
Qual è, invece, il ricordo più bello di questi dieci anni?
Alcune confessioni: momenti molto forti. Sono stato testimone di guarigioni interiori, di rivoluzioni di amore, di Dio che stava mettendo significativamente mani sui cuori…
Vorrebbe ripercorrere con noi, brevemente, le sue esperienze pastorali?
Dal 2010 al 2012 sono stato Vice Parroco alla Matrice di Noci; già dal 2008, in realtà, mi sono occupato del Settore Musica Sacra della diocesi, tanto che nel 2009 ho fondato il Coro Diocesano, che ho seguito fino al 2015. 2010-2015: assistente diocesano giovani di AC e MSAC; 2012-2014: Padre Spirituale presso il Seminario diocesano (Conversano); 2015-2017: Vice Parroco dell’Unità Pastorale (Concattedrale-Amalfitana-San Pietro) Monopoli, di cui sono stato Amministratore dal febbraio al settembre del 2017, e dal 2017 sono qui. Continuo ad essere Direttore dell’Ufficio Diocesano di Pastorale Giovanile (dal 2012) e dallo scorso anno sono tornato in Seminario come Padre Spirituale. Faccio anche le belle esperienze di membro del Consiglio Pastorale Diocesano, del Consiglio Presbiterale e del Collegio dei Consultori. A livello diocesano mi sono occupato anche di Comunicazioni Sociali, come direttore dell’ufficio e curatore del giornale “Impegno”. Altri servizi “pastorali”: ho fatto parte della Commissione Nazionale per la redazione dei testi annuali dei giovani di Azione Cattolica, continuo a scrivere articoli e rubriche spirituali e pastorali, sono autori dei testi per canti liturgici (ho pubblicato 3 CD con le Edizioni Paoline).
Le è mai capitato di pensare cosa avrebbe fatto nella sua vita, se non avesse scelto di diventare sacerdote?
Mi sarebbe piaciuto fare il dirigente scolastico, insegnare “Filosofia dell’Educazione” all’Università. Una bella esperienza con una ragazza, vissuta prima del Seminario Maggiore, mi ha fatto pensare anche al matrimonio…
Cosa vuol dire essere sacerdote oggi?
Custodirsi profumati di Dio tra il popolo, per essere profumati di popolo nell’incontro con Dio.