NOCI – Molto spesso ci capita di festeggiare qualcosa senza conoscere il senso profondo della ricorrenza così, per il gusto di far festa. Eppure quella che si celebra il due giugno di ogni anno è una tappa fondamentale per la nostra democrazia. La Festa della Repubblica Italiana è una giornata celebrativa istituita per ricordare la nascita della Repubblica. Si festeggia il 2 giugno, data del referendum istituzionale del 1946, nonché anniversario della morte di Giuseppe Garibaldi, con la celebrazione principale che avviene a Roma dove si ha la deposizione di una corona d’alloro in omaggio al Milite Ignoto all’Altare della Patria da parte del Presidente della Repubblica e una parata militare lungo via dei Fori Imperiali.
Il 2 e il 3 giugno del 1946 si tenne un referendum istituzionale con il quale gli italiani vennero chiamati alle urne per decidere quale forma di stato – monarchia o repubblica – dare al paese. Il referendum fu indetto al termine della seconda guerra mondiale, qualche anno dopo la caduta del fascismo, il regime dittatoriale che era stato sostenuto dalla famiglia reale italiana per più di 20 anni. L’esito lo conosciamo tutti e così ogni anno è un momento di riflessione affidato al Presidente della Repubblica il quale quest’anno si è soffermato su vari temi.
Il capo dello Stato parla di un “momento in cui, specie in alcune aree del Paese, le incertezze del ciclo economico sembrano non offrire solide prospettive a molti lavoratori, soprattutto giovani, ed alle loro famiglie“. Parole che arrivano in un’Italia agitata dalle incertezze sui conti pubblici e dalle ripercussioni sui mercati. Il presidente sottolinea il valore della solidarietà e il lavoro svolto dal Terzo settore: “La condizione di donne e uomini in difficoltà – che richiama ciascuno all’adempimento degli inderogabili doveri costituzionali di solidarietà – è alleviata dalle reti di protezione sociale attive sui territori, spesso con il concorso generoso del volontariato e dell’associazionismo, che meritano la stima e il sostegno delle istituzioni“.
E poi lancia un richiamo a tutti, in un’Italia scossa dalle divisioni (quest’anno si registra perfino la defezione di alcuni generali rispetto alla tradizionale parata). “Il sentimento di appartenenza ad una comunità coesa e solidale si cementa, altresì, attraverso l’equilibrato contemperamento degli interessi che anteponga il bene generale alle convenienze particolari“.
In un epoca dove sembra smarrita la via maestra e dove il cittadino sembra in balìa di venti opposti, fermarsi due minuti a riflettere sulle considerazioni del Capo dello Stato non può che far bene a tutti non dimenticando quanti, all’epoca del referendum, si sono sacrificati per garantirci una, seppur incompiuta, democrazia.