NOCI – Orgoglio nocese. I giovanissimi Vincenzo De Marco e Roberta Putignano, sono stati ascoltati martedì pomeriggio in audizione presso la VII commissione cultura del Senato per apporre il proprio contributo alla bozza del disegno di legge 1835 sul sostegno pubblico al sistema cinematografico ed audiovisivo e all’istituzione del Centro Nazionale del Cinema e delle Espressioni Audiovisive.
I due ragazzi nocesi sono stati convocati a Roma in qualità di esperti del settore cinematografico sezione cortometraggi, le loro voci per tutta l’Italia. Il duo De Marco-Putignano nei dieci minuti a disposizione, su 2 ore di audizione in cui erano presenti i massimi esponenti della cinematografia italiana, hanno illustrato il mondo della cinematografia corta, la sua crescita esponenziale, ma anche le criticità e la sottovalutazione rispetto ai lungometraggi e alle fiction. «Dopo una breve presentazione del mercato del cortometraggio italiano, evidenziandone il volume di affari (circa 3 milioni di euro di cui 900.000 euro di finanziamento pubblico) e le criticità (soprattutto legate alla distribuzione) – ha spiegato De Marco dopo l’audizione – abbiamo sottolineato alla commissione che ci vorrebbe una maggiore chiarezza, anche a livello legislativo, sul rapporto tra il finanziamento dei cortometraggi e la loro diffusione: specie nelle sale cinematografiche, nei festival, e infine nelle piattaforme digitali che sono già il presente e il futuro di questo formato, ma che sono ancora sottoutilizzate in Italia».
Il disegno di legge, in cui risulta cofirmatario anche il senatore nocese Piero Liuzzi, si prefigura l’obiettivo di delineare, attraverso il passaggio parlamentare, una cornice normativa nella quale sappiano riconoscersi ed operare tutti i soggetti che contribuiscono ad animare l’industria cinematografica ed audiovisiva, dai sceneggiatori ai registi, dai produttori agli esercenti, dai distributori agli esportatori, dai documentaristi ai creatori di cartoni animati, da coloro che si occupano della conservazione e del restauro del patrimonio alle industrie tecniche, alle scuole di cinema e alle associazioni culturali cinematografiche.
La seconda parte del testo introduce al Centro Nazionale del Cinema e delle Espressioni Audiovisive. Secondo quanto è riportato nella bozza del disegno di legge il Centro nazionale del cinema, dovrebbe essere un ente di diritto pubblico, dotato di autonomia regolamentare, amministrativa, organizzativa, patrimoniale, finanziaria, contabile, di riscossione e di bilancio. Il Centro svolge una serie di compiti indicati tra i quali il più delicato e complesso è quello di concentrare tutte le forme professionali afferenti al mondo cinematografico ed audiovisivo e promuovere, anche attraverso l’elargizione di fondi pubblici, la settima arte in tutte le sue declinazioni con particolare privilegio per le produzioni italiane e europee.
Un disegno di legge che apparentemente sembra semplice da portare in discussione ma che è in realtà molto complesso perché le leggi ed i regolamenti adottati sino ad oggi che regolarizzano le professioni afferenti al cinema e al mondo dell’audiovisivo (compreso il web) è molto lacunoso e superficiale. Inoltre si tratta da una parte di difendere i diritti d’autore per le opere d’ingegno e i diritti delle maestranze che ci lavorano, dall’altro sopperire ad un deficit di mercato aziendale e dei finanziamenti soprattutto per le produzioni italiane.
La speranza è che l’apporto dei tecnici nocesi abbia dato linfa al lavoro dei senatori sottoscrittori del disegno di legge al fine di regolamentare nel modo più equo e trasparente possibile un settore che ad oggi soffre in ragione di un prominente quanto invasivo mercato americano e dare maggiore visibilità al linguaggio del cinema corto.