La scorsa estate c’è stata la prima avvisaglia: tra i ragazzi nocesi sta divenendo sempre più abituale l’utilizzo di droghe, leggere e non. Molteplici sono state le segnalazioni e gli arresti.
Nella cittadina nocese, negli ultimi anni, le sostanze stupefacenti si son fatte sempre più spazio nella vita dei ragazzi, fino a diventare una vera e propria emergenza sociale, anche tra i giovanissimi. Ad essersi avvicinati a questo mondo, sono anche coloro che fanno parte della cosiddetta “Generazione Z”, coloro che sono nati nel nuovo millennio, ossia dall’anno 2000 in poi. Ragazzi giovanissimi che, molto spesso, sono poco più che bambini. Ci si chiede, quindi, cosa spinga un giovane a voler sperimentare, rischiando anche la propria vita, questo tipo di realtà. Assenza di certezze? Incomprensioni familiari? L’isolamento, causato dalla pandemia, può aver incrementato il disagio interiore giovanile, tanto da far aumentare la “necessità” di far ricorso a tali sostanze? La motivazione di tale scelta è, certamente, molto profonda e soggettiva. Pertanto, affrontando tale problematica è necessario astenersi dal giudizio ed essere aperti al dialogo al fine dell’individuazione di una soluzione di interesse comune.
Quest’emergenza coinvolge l’intera società: basti pensare al ritrovamento fatto, nei giorni scorsi, da alcuni cittadini nocesi nell’area verde situata in via Alcide De Gasperi, nei pressi della Villa comunale. Sono state ritrovate ben tre siringhe, verosimilmente precedentemente utilizzate per tale scopo. Questo dovrebbe rappresentare, per l’intera comunità nocese, un ulteriore campanello d’allarme. Dovrebbe indurre a pensare che l’unico modo per far fronte a questa piaga sociale è quello di intervenire sul territorio e di attivare dei percorsi di supporto e di prevenzione specifici per minori con dipendenze.