NOCI – “La cecità allontana le persone dalle cose. La sordità allontana le persone dalle persone.” Questa è una celebre frase della scrittrice statunitense sordo-muta Hellen Keller, che consente di capire a fondo quanto sentire sia importante. E proprio oggi, 3 marzo 2016, ricorre la decima edizione della Giornata Internazionale dell’Udito istituita dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) nel 2007, al fine di sensibilizzare l’interesse dei cittadini verso problemi legati alla perdita parziale o totale dell’udito, che molto spesso vengono trascurati. La scelta di questo giorno è dovuta alla sua rappresentazione numerica (3/3), in quanto ricorda la conformazione dei nostri orecchi.
Nel mondo si stimano circa 360 milioni di persone colpite da abbassamento uditivo, definito “ipoacusia” in ambito specialistico. Si tratta di ultrasessantacinquenni, che con l’avanzare dell’età subiscono una degenerazione fisiologica del sistema uditivo, ma anche di neonati, a causa di fattori genetici o per problematiche giunte durante la gravidanza o il parto. E che dire di quel miliardo di adolescenti a rischio sordità per l’utilizzo incosciente di cuffie o per la frequentazione inappropriata di ambienti rumorosi? In quest’ultimo caso, basterebbe attuare semplici accorgimenti per evitare un danno irreversibile del nostro sistema uditivo, finalizzati a ridurre il volume, la durata e la frequenza di ascolto. Per legge, questa indicazione deve essere alla base del sistema di protezione di tutte quelle aziende, in cui gli operai sono esposti giornalmente e in maniera duratura a livelli di rumore superiori agli 80 decibel: in questi casi, infatti, a ogni operaio devono essere forniti otoprotettori, come tappi, cuffie o caschi.
Inoltre, un abbassamento uditivo, in base alla sua entità, causa isolamento e depressione; a volte, l’accettazione è dura, perché comporta disagio sociale nello svolgere tutte quelle attività quotidiane che comportano una comunicazione verbale. Ma non tutto è perduto! Nei casi in cui non si possa intervenire farmacologicamente e/o chirurgicamente, si consiglia l’utilizzo di protesi acustiche o di impianti cocleari, in base all’età del paziente e alla gravità dell’ipoacusia. Fino a pochi anni fa, l’impianto cocleare non era comune; perciò, ancora oggi esistono comunità di sordomuti, fieri di se stessi e del loro linguaggio dei segni.
In occasione di questa giornata, il liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Noci ha dato il via a “E tu come “ti” senti?”, un progetto di informazione e prevenzione organizzato dalla dott.ssa Quarato Annamaria, specializzata in audiometria e audioprotesi, in collaborazione con la psicologa Emanuela Benedetto, per sensibilizzare gli studenti dell’istituto a prendersi cura del proprio udito e a riconoscere i segni premonitori di un danno uditivo. Nel corso della mattinata sarà spiegato il progetto agli alunni delle classi quinte, sui quali saranno effettuati screening dell’udito i cui risultati verranno esposti durante una delle assemblee d’istituto dei due licei.