NOCI – Dopo il caso della Banca Popolare di Vicenza, anche la Banca Popolare di Bari è finita nell’occhio del ciclone perché entro la fine dell’anno rischia di travolgere i risparmi di 69.000 risparmiatori, tra questi molti nocesi, in un “crack bancario”. Infatti la Banca Popolare di Bari lo scorso marzo aveva annunciato il bilancio peggiore di tutta la sua vita, con centinaia di milioni di perdite, peggiore del 2014. Il valore delle azioni è crollato giù a due cifre percentuali. Molti azionisti le avevano acquistate grazie alla liquidazione della pensione o risparmi accumulati col proprio lavoro. Il presidente della banca gode di un consiglio di amministrazione composto da familiari fedelissimi: il figlio co-direttore generale ed il fratello vicedirettore generale. Nell’anno peggiore della banca, tutti i manager hanno visto lievitare i loro stipendi.
La vicenda è stata trattata da diversi giornali nazionali, tra i quali “L’Espresso”, che ne fa un resoconto molto dettagliato sotto molti profili. Questa si presenta come la classica storia di risparmio tradito, con i soci-azionisti che non riescono più a vendere le loro azioni. Si è difronte ad un intreccio di conflitti di interessi e situazioni poco lineari, come i “prestiti incagliati”. Già nel 2013 la relazione degli Ispettori della Vigilanza della Banca d’Italia davano un punteggio “parzialmente sfavorevole” ed evidenziavano una “eccessiva correntezza” verso alcuni gruppi, tra questi il Gruppo Fusillo e Curci di Noci. C’è da dire che la famiglia Fusillo è nota soprattutto in provincia di Bari, come costruttori molto conosciuti ed influenti. Della famiglia un ruolo noto è da attribuire a Nicola Fusillo, già parlamentare del centro-sinistra, e vicino a Michele Emiliano nelle elezioni regionali del 2015, sostenendo il candidato alle Regionali Gianni Giannini, ora Assessore ai Trasporti della Regione Puglia. Gianni Giannini solo a Noci ha raccolto circa 400 voti. Il resto della famiglia, scrive sempre l’Espresso, “è cresciuto a gran velocità, realizzando centri commerciali, villaggi turistici, un polo della logistica a Rutigliano solo per citarne alcuni”.
Tornando all’eccesso di correntezza, che cosa accadeva? La velocità con cui si sbrigavano le pratiche di affidamento prestiti importanti era eccessivamente veloce, senza le adeguate verifiche sulla solidità del cliente. Si direbbe che i gruppi Fusillo e Curci hanno avuto questa facilità di accesso al credito presso questa banca, per importi notevoli, “non sempre sufficientemente vagliati” e neppure “esaustivamente rappresentati in consiglio”. Come riporta anche il Corrieredelgiorno.it, “denaro facile ed allegro”. Non a caso, la holding Maiora group, controllata quindi dai Curci e Fusillo, alla fine del 2013 avevano accumulato debiti con la Banca Popolare di Bari per 131 milioni di euro.
Le vicende descritte vengono riprese da giornali online, ma altre testate non ne danno evidenza, perché sembra che l’intreccio banca, politica, imprenditoria si estenda fino all’informazione. La Gazzetta del Mezzogiorno ad esempio ha come società editrice la Edisud s.p.s., società partecipata al 30% dai Curci. Ma la quota è ceduta in pegno proprio alla Banca Popolare di Bari. Una coincidenza che, a quanto si legge dai giornali, potrebbe spiegare il silenzio del quotidiano sulla vicenda della banca.
Tornando invece all’intreccio imprenditoria-politica-banca, gli ispettori della Banca d’Italia hanno segnalato nel loro rapporto “la prassi di sottoscrivere quote di fondi comuni che investono in immobili venduti da clienti finanziati dalla banca stessa”. Con questa tecnica la banca trasforma la propria esposizione in quote del fondo. Alcuni di questi fondi poi acquistano proprio dai debitori, come nel caso del “Grande Albergo delle Nazioni” di Bari, di proprietà della Fimco, controllata sempre dai Fusillo. Gli investimenti della Banca Popolare di Bari in fondi immobiliari sono notevoli e nel 2015 hanno generato perdite per 13 milioni di euro. In queste operazioni a perderci sono gli azionisti, a beneficiarne sono i Fusillo, già al centro di un’altra vicenda su cui indaga la magistratura, quella della Banca Popolare di Vicenza, che, nonostante le perdite superiori al miliardo, erogava finanziamenti milionari ai Fusillo. Anche in questo caso c’è un intreccio di fondi e di interessi tra banca, Fusillo e politica. Proprio su questi intrecci di affari e di prestiti milionari stanno indagando le magistrature di Roma, di Vicenza ed ora anche di Bari.
Si attendono adesso gli sviluppi della vicenda e l’esito delle indagini. Ad oggi l’unico dato certo è il danno economico arrecato agli azionisti da una discutibile gestione della Banca Popolare di Bari.
(fonti giornalistiche: L’Espresso, Corrieredelgiorno.it, ed altre testate nazionali)