NOCI – “Applausi scroscianti e gente che ride. E’ uno studio televisivo (…) è in onda una puntata di Modellissima Estate (…) Figure affusolate, da aspiranti veline e, come tradizione televisiva vuole, indossano abiti appena accennati, in una parola, concettuali. Minigonna formato Kleenex e toppino di filo interdentale.” Un ritratto desolante della società quello descritto da Giada, la protagonista uscita dalla penna di Volfango De Biasi, in uno dei suoi più famosi romanzi. Una società in cui l’apparenza conta più dell’essere e in cui devi obbedire ai modelli propinati dai media per non sentirti alieno in un mondo conformista. Tutte modelle, tutte taglia 38, tutte maledettamente perfette.
Il guaio è quando davanti allo schermo impatta l’adolescente alla ricerca della propria identità o quando quelle immagini diventano un modello da imitare laddove tematiche di non accettazione del sé si offrono come terreno fertile. Oggi viene esaltato l’ideale della magrezza e i canoni stessi di bellezza si modificano verso un’eccessiva attenzione al cibo e alla forma fisica. Ed è in questo scenario che, negli ultimi decenni, si è registrato uno spaventoso incremento dei disturbi dell’alimentazione.
I principali disturbi del comportamento alimentare sono l’anoressia nervosa e la bulimia nervosa e colpiscono prevalentemente il sesso femminile tra i 12 e i 25 anni. L’anoressia nervosa si identifica con il rifiuto di mantenere il proprio peso al di sopra del peso minimo per età e statura attraverso la messa in atto di condotte restrittive circa il cibo assunto, eccessiva attività fisica e pratiche di eliminazione come vomito autoindotto, uso di lassativi e diuretici. La perdita di peso viene intesa come eccellente capacità di autodisciplina mentre l’aumento dello stesso assume il significato di terrificante mancanza di autocontrollo.
E’ invece affetta da bulimia nervosa la persona che dà vita ad abbuffate di cibo durante le quali ha la sensazione di non poter controllare cosa e quanto sta mangiando. Tali condotte sono poi seguite da comportamenti di compenso (vomito autoindotto, lassativi, diuretici, esercizio fisico spropositato). Per il DSM- 5 (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) affinché si parli di disturbo vero e proprio, è richiesto che le abbuffate e le condotte compensatorie inappropriate si verifichino in media almeno una volta alla settimana per 3 mesi.
Appare evidente che in entrambi i disturbi vi sia una forte alterazione dell’immagine corporea, causa ed effetto di tali scompensi. La terapia cognitivo-comportamentale sembra risultare la più efficace nel trattamento di queste problematiche, volta com’è alla normalizzazione del peso, all’automonitoraggio e all’eliminazione delle condotte restrittive nell’anoressia e delle abbuffate scriteriate nella bulimia.