NOCI – Quale legame c’è tra la musica e la matematica? È questa la domanda a cui si è cercato di dare una risposta lo scorso 20 gennaio con il seminario orientativo Le bellezze delle sinfonie musicali in dialogo con l’armonia della matematica: prove d’orchestra tenutosi nell’auditorium Claudio Abbado della scuola secondaria di primo grado Mons. Luigi Gallo. Ospite del seminario è la professoressa Antonella Montone, Ricercatrice universitaria presso il Dipartimento di Matematica dell’Università degli Studi di Bari la quale ha cercato di spiegare cosa unisce una scienza rigorosa fatta di schemi e di formule come la matematica con una forma d’arte creativa come la musica.
«C’è un legame che è stato definito indissolubile tra la matematica e la musica», ha spiegato la professoressa. «La musica utilizza un linguaggio specifico che non è intuivo ma bisogna studiarlo. La matematica, allo stesso modo, utilizza un linguaggio specifico che non è intuitivo ma che bisogna studiarlo. E già questo elemento le accomuna. Inoltre, sia in matematica che in musica, per ottenere dei risultati elevati, bisogna avere un pizzico di genialità».
Questo legame, però, nasce in tempi molto antichi e si è sviluppato nel tempo e continua tutt’ora ad evolversi. Partendo dal famoso matematico Pitagora, al quale si fa risalire la scoperta delle sette note musicali i quali differenti toni sono legati con i rapporti fra numeri interi, si arriva al concetto di infinito introdotto dal matematico tedesco Leibniz, il quale affermava «La musica è il piacere che la mente umana prova quando conta senza essere conscia di contare». Ma è grazie al musicista tedesco Bach e all’utilizzo del canone inverso, che si arriva ad intuire che la musica può essere suonata all’infinito. Così dai numeri naturali si è passati all’algebra e poi ai logaritmi e alle esponenziali, influenzando la musica e tutto ciò che poteva essere fatto con solo sette note, anzi dodici, se aggiungiamo i suoni diesis e bemolle. «Perché la matematica giustifica tanti fenomeni, anche musicali».
Inoltre, la musica è anche strettamente collegata alla geometria. «Infatti un pentagramma lo possiamo interpretare come un piano cartesiano in cui sull’asse delle ascisse si inseriscono i tempi e sull’asse delle ordinate si inseriscono le frequenze».
Molto attenti i ragazzi, i quali, a fine lezione, hanno espresso pareri e domande per conoscere qualche curiosità in più su questo legame tra due materie apparentemente molto distanti, ma che in realtà sono molto più vicine di quanto si possa pensare.