NOCI – Nonostante il fenomeno della violenza sulle donne sia sempre più emergenziale in Italia, c’è chi ancora non comprende la condizione di precarietà e di pericolo in cui moltissime donne si ritrovano a vivere. Molto spesso coloro che avrebbero il compito sociale di denunciare, e far conoscere, tale realtà, si rendono invece, attraverso la propria “penna”, “complici” di tale misfatto. Si può così parlare di “giornalismo maschilista”. È quanto accaduto, lo scorso fine settimana, in provincia di Bari.
Una testata giornalistica locale di una cittadina dell’hinterland barese, nel documentare l’ennesimo caso di violenza esercitata nei confronti delle donne, ha sostenuto che un uomo che aveva, per molto tempo, stalkerizzato l’ex compagna, fosse stato arrestato – come testualmente sostenuto dalla testata nel titolo dell’articolo in questione – “ per amore ”.
Si può notare come vi sia, innanzitutto, una contraddizione in termini: un sentimento così <<alto>> non può includere alcuna forma di molestia. Questo articolo ha suscitato lo sdegno di molti lettori, i quali, utilizzando i propri canali social, hanno voluto fortemente denunciare l’accaduto. Tra le anime più colpite dalla vicenda, è comparsa quella di una nostra concittadina, Sophia Silvestri, ingegnere, nata e cresciuta a Noci, ora residente al Nord, la quale, complice la propria esperienza di vita, si è schierata, anche in questo caso, come una guerriera in difesa dei Diritti Umani e delle donne. Proprio per questo motivo, la redazione di LeggiNoci ha voluto contattarla per porgerle alcune domande.
Sophia, innanzitutto, ti ringraziamo per aver accettato di rispondere a qualche domanda. Possiamo chiederti qual è stato il primo pensiero dinanzi al titolo dell’articolo “incriminato”?
Sgomento! La discussione sull’importanza del giornalismo nel trattare temi di violenza di genere va avanti da anni, e la scelta delle parole nel titolo è nell’occhio del ciclone. Il titolo lascia la prima impressione sulla vicenda e la sensazione accompagna il lettore durante tutta la lettura. L’utilizzo di figure retoriche, come l’antifrasi tirata in ballo, dev’essere molto accurata, essere chiara nell’intento di condanna. Ecco, il titolo dell’articolo non aveva nulla di tutto questo. Altrimenti non ci sarebbe stato sdegno nazionale.
A tuo parere, – e data la tua esperienza di vita – come si può, concretamente, scardinare il retaggio culturale tipicamente maschilista che è alla base della nostra società?
La prima è, sicuramente, il superamento della retorica del successo basata sull’imposizione della propria volontà sull’altro, che è alla base di ogni forma di oppressione. La seconda è la visione subalterna assegnata alla donna, che
la vuole schiava del suo ruolo biologico e a cui viene quindi negata la possibilità di scelta, che sia il lavoro, la fine di una relazione, o qualsiasi altra scelta differente dal rimanere legata al proprio partner. La terza è sviluppare un nuovo modello educativo, non più stereotipato sul dualismo maschio/femmina, ma sulle differenze tra tutte le persone e il rispetto reciproco delle stesse.
Tutto questo va accompagnato ad una vigilanza costante sui territori, fatta dalle statistiche delle violenze e sulla tipologia di crimini commessi, in modo da poter intervenire più rapidamente rispetto alla giustizia convenzionale. Case rifugio, centri antiviolenza, che siano in grado di offrire supporto e protezione alle donne vittime e far passare il messaggio che le donne non sono sole contro i loro oppressori, ma c’è una società alle loro spalle.
La redazione di LeggiNoci ringrazia la dtt.ssa Silvestri per la disponibilità accordataci e per l’accuratezza del suo intervento, nella speranza che questa vicenda possa essere uno “spunto” per un dibattito più approfondito sul territorio.