NOCI – Genova, Martedì 14 Agosto ore 11.30, è accaduto l’incredibile, la normalità è stata violentata. Un ponte, opera pensata per unire e mettere in relazione più cose e persone, ha ceduto irreparabilmente.
Ricordo che da bambino giocavo a costruire ponti per le mie macchinine e quando capitava che crollavano, beh ci restavo male. Ma quello era un gioco. Oggi penso a tutte le volte che in questi anni ho percorso il ponte Morandi per motivi di lavoro o per svago e mi rendo conto che adesso potrei essere tra i feriti, i dispersi o le vittime. E con me colleghi o famigliari. Mi gelano le vene. Quei duecento metri di opera pubblica crollata, quel ponte dell’orrore che ha strappato alla vita 43 persone, diventa il simbolo di una nazione da rifondare. È angosciante continuare a viaggiare in lungo e largo per l’Italia e dover scegliere se essere fatalista o vivere col terrore di vedersi franare il terreno sotto i piedi. Una comprensibile psicosi collettiva direi.
Gare truccate, opere non realizzate ad d’arte, controlli e manutenzioni omesse, questo è l’orrendo specchio dell’Italia odierna. Pietosa, irresponsabile e fastidiosa è inoltre la polemica e la strumentalizzazione politica ruotata intorno a questo evento. I funerali di Stato sono passati, le responsabilità ci sono, è evidente, ora vanno cercati a tutti i livelli i colpevoli perché ci sono decine di segnalazioni, dossier e avvisaglie varie di una tragedia annunciata. Purtroppo sono scontate le posizioni politiche che si attivano per alimentare una narrazione continua, ma chi è serio rinunci a fomentare la polemica.
Più sana sembra la comunicazione del Premier Conte, informandoci che sarà configurata una banca dati per acquisire i dati riguardanti lo stato e la manutenzione di tutte le infrastrutture pubbliche, per avere certezza dell’intervento di manutenzione. Pare che si “operarà tempestivamente nella segnalazione degli interventi di riammodernamento del patrimonio infrastrutturale. Sarà altresì potenziato il servizio ispettivo che è istituito presso il Ministero delle Infrastrutture, in modo da assicurare una rigorosa e puntuale vigilanza sull’operato dei concessionari e sul rispetto dei vincoli che la legge e le convenzioni pongono a loro carico.”
Siamo stanchi e sfiduciati dei soliti proclami politici, esigiamo che stavolta sia davvero così. Da oggi nessun Italiano deve correre il rischio di incontrare la morte per mano dell’incuria irresponsabile, dell’indolenza o, mai sia, dell’avidità.
Sulla scorta di questa vicenda inviterei il sindaco Nisi a rassicurare i nocesi che attraversano il piccolo ponte sulla ferrovia della strada Vicinale Barsenti, ponte attraversato anche da grandi camion e che per questo, e sembrerebbe per alcune modificazioni del manto, è fonte di qualche preoccupazione. Si faccia una ispezione e si dichiari quali carichi la struttura può sostenere. Abbiamo bisogno di ripristinare certezze.