NOCI – Come da tradizione anche quest’anno i nocesi hanno preso parte ai riti che caratterizzano la settimana santa in vista della santa Pasqua. I tradizionali appuntamenti ricorrono nelle serate di giovedì santo, con il classico giro delle parrocchie per prendere visione degli Altari della Reposizione, e del venerdì santo, con la processione di Cristo Casaboli.
Gli Altari della Reposizione realizzati lo scorso giovedì 24 marzo dalle tre parrocchie nocesi rimandano all’anno della misericordia che stiamo vivendo. Molto semplice è stata la presentazione della Chiesa Matrice Maria SS. Della Natività, che ha voluto arricchire il tabernacolo in cui è custodita l’Eucarestia con composizioni floreali. Più originale è stata l’idea della parrocchia di San Domenico, che con l’aiuto del grafico Vito Miccolis, ha riprodotto il quadro del celebre artista Rupnik, divenuto il logo ufficiale del Giubileo della misericordia, mettendo anche in evidenza gli aspetti più importanti di questo Giubileo, come le opere di misericordia corporali e spirituali, attraverso le quali realizzare il comandamento che Gesù ci ha lasciato, ovvero il “servizio”, messaggio trasmesso anche mediante il gesto della lavanda dei piedi.
Il significato dell’Altare realizzato della Chiesa SS. Nome di Gesù è legato ai settant’anni dalla sua nascita, in occasione dei quali i ragazzi dell’Azione Cattolica hanno rappresentato un tempio che simboleggia l’edificio della chiesa stessa presente sul nostro territorio da settant’anni per adorare il Signore.
Ieri sera invece, si è svolta per le strade di Noci la tipica Via Crucis con Cristo Casaboli, caratterizzata da quattordici tappe attraverso le quali si ripercorre la passione di Cristo. Come di consueto, la banda ha accompagnato il Cristo crocifisso, condotto lungo tutto il percorso, e la folla silenziosa con le tipiche composizioni funebri. Non tutti però, sono a conoscenza delle origini di questo rituale. La leggenda narra che il grande crocifisso trasportato durante la processione appartenga ad un’antica comunità medievale che visse tra i territori di Noci e Gioia del Colle chiamata Casaboli, da cui ne prende il nome. Si tratta di un antico villaggio di cui oggi non ci sono resti o testimonianze ad eccezione del crocifisso, forse risparmiato dalla furia distruttrice di chi voleva annientare quella comunità e giunto fino a Noci come eredità da preservare e tramandare.
Al termine della via crucis il parroco don Peppino Cito ha concluso con una riflessione sull’Europa attuale, travagliata dalla presenza di migliaia di migranti e dalla tragedia dei ripetitivi attentati, invitando i fedeli a chiedere consolazione per tutti gli afflitti del mondo e soprattutto per l’Europa della quale oggi, più di ogni altro momento, sentiamo di farne parte, condividendo con essa lacrime e speranze. «Auguriamoci di appartenere ad un’umanità così capace di misericordia da rivalutare persino il male che continua ad affliggerla proprio come ha fatto Gesù con noi», è questo l’augurio che rivolge ai presenti, ringraziando inoltre gli scout, organizzatori della via crucis, i portatori, sia coloro vestiti con l’usuale abito e sia quelli vestiti con abiti civili, come il sindaco Domenico Nisi che ha sostenuto la croce nel tratto finale della processione, e le autorità civili e militari presenti, augurando una santa Pasqua a tutti.