NOCI – Da inizio anno, secondo Coldiretti, l’importazione in Italia di olio d’oliva dalla Tunisia risulta essere quadruplicata. Lo riporta IlSole24Ore in un articolo del 3 luglio scorso. Sul tema è intervenuto il deputato pugliese di Fratelli d’Italia Marcello Gemmato, depositando un’interrogazione parlamentare indirizzata al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo, chiedendo di sapere se il Governo sia a conoscenza delle informazioni relative alla notizia sopra citata e se siano vere ed esatte; se intenda quindi adottare alcuni provvedimenti, anche in sede europea, volti alla tutela dei prodotti, degli agricoltori e dei consumatori italiani, oltreché dell’economia di alcune regioni meridionali italiane e di uno dei prodotti più conosciuti dell’enogastronomia made in Italy.
Si consideri che nel 2016 la Commissione Europea ha concesso alla Tunisia 2 contingenti temporanei a dazio zero per le esportazione di olio dirette verso la UE, in particolare 35 mila tonnellate all’anno per il 2016 e il 2017, ciò per cercare di sostenere la difficile situazione socioeconomica del Paese; dalla relazione della Commissione UE risulta però che il Paese non ne ha usufruito quasi per nulla, avendo esportato verso UE tra il 2016 e il 2017 solo 2.557 delle 70 mila tonnellate accordate. Sempre secondo quanto riportato da IlSole24Ore, la Tunisia avrebbe chiesto all’UE di rinnovare la concessione di nuove quote di export a dazio zero verso la stessa UE, dato che l’agricoltura tunisina si è riorganizzata, tanto che per il 2018 è previsto un raddoppio della produzione di olio d’oliva; sembrerebbe, inoltre, che solo nel primo trimestre del 2018 la Tunisia abbia già esportato verso l’Italia ben 20 mila tonnellate di olio d’oliva. Se, quindi, alla Tunisia si concedesse sia di sfruttare le quote non utilizzate per gli anni passati (circa 70 mila tonnellate) sia altre 70 mila tonnellate di quote per il 2018 e il 2019, l’UE si troverebbe di fronte a un’invasione di olio tunisino e la produzione italiana ne uscirebbe gravemente penalizzata. In particolare si consideri che nel 2017 la produzione dell’Italia -secondo produttore mondiale, dietro alla Spagna- è stata di 429 mila tonnellate, e che il costo di produzione dell’olio in Tunisia risulta pari a circa € 2 al litro, contro il corrispondente costo di produzione italiano pari a circa € 7 al litro (fonte Coldiretti – articolo citato). Tutto ciò premesso, si intuisce che la portata del fenomeno potrebbe essere tutt’altro che marginale sia per il made in Italy nel complesso sia, in particolare, per la tutela del settore olivicolo italiano.
Il circolo di NOCI ha sollecitato l’interrogazione parlamentare dopo l’articolo del sole 24 ore e dopo le continue lamentele degli addetti ai lavori italiani