Oggi ricorrono i trent’anni dal brutale e fatale attentato di Giovanni Falcone e la sua scorta. Pensiamo alla Bibbia, al giudizio di Salomone in particolare. Due donne rivendicavano entrambe la maternità di un bambino e Salomone, per metterle alla prova, ordinò di tagliare il bambino in due parti e di dare a ognuna una metà. Una delle due donna accettò, mentre l’altra, disperata all’idea che il bambino fosse ucciso, vi rinunciò, supplicando che fosse consegnato vivo alla rivale. Salomone capì che quest’ultima era la vera madre e consegnò il bimbo a lei.
La vera madre era mossa dall’amore ed era pronta a rinunciare al figlio, pur di salvargli la vita. L’altra mossa dall’egoismo era disposta a vedere ucciso il bambino, non suo. Per Giovanni Falcone il bambino da salvare era la giustizia. Una vita improntata alla giustizia e alla lotta contro il male. Era disposto a rinunciare alla sua vita, pur di lottare per la giustizia. I grandi uomini hanno una morale forte, passioni forti, valori forti e per quelli persino si immolano.
Dall’altra parte uomini senza morale, pronti a svilire la legge, tramite corruzione, violenza ed ogni forma di illeciti. Oggi assisteremo a tanti ricordi ipocriti, da parte di persone che affidano appalti in modo illecito, che truccano le carte, che corrompono. Non uomini veri, ma madri usurpatrici senza scrupoli.
Giovanni Falcone ci insegna tante cose e noi tutti, ogni giorno, siamo tentati di aderire al male o resistere a favore del bene. Giovanni ci indica la via, a noi la scelta.