NOCI – Si rinnova la tradizione per San Vincenzo Ferreri protettore delle coltivazioni e degli agricoltori, ma anche degli epilettici e dei terremotati. Nella mattinata di ieri, benché il santo della fede cattolica si festeggi il 5 aprile (giorno della sua ascesa al Cielo), vi è stata la processione per le vie del paese della statua custodita all’interno della chiesa di San Domenico.
La sua venerazione a Noci la si deve soprattutto agli agricoltori locali che invocano l’intercessione del santo spagnolo per scongiurare la siccità e chiedere la pioggia. Alle 10 di ieri mattina la statua è uscita dalla parrocchia per attraversare le vie più importanti della città per farvi rientro circa due ore dopo.
L’agiografia del santo racconta di una spiccata predilezione per la dialettica che lo ha reso uno dei predicatori più importanti del tardo medioevo. Alcuni suoi sermoni facevano riferimento all’Apocalisse autodefinendosi egli stesso “Angelo dell’Apocalisse”, motivo per cui viene raffigurato in quadri e statue, con le ali di angelo. Sul capo la fiamma simbolo dello Spirito Santo sceso su di lui per poter predicare ed essere compreso anche da chi non parlasse il catalano. Di solito le mani sono una rivolta in alto quale segno di predicazione e l’altra reggente la tromba oppure, come per la raffigurazione nocese, la Bibbia aperta al versetto di Ap 14,7: «Timete Deum et date illi honorem quia venit hora judici eius» (‘Temete Dio e dategli onore poiché è giunta l’ora del suo giudizio’).