In&Out il meglio e il peggio della settimana

NOCI – Anche questa settimana ci siamo. La nostra rubrica che premia il meglio e sottolinea il peggio della settimana che sta per andare in archivio, in questa edizione si occupa e si caratterizza a livello internazionale. La nostra rubrica abbiamo deciso di dedicarla interamente alla missione ExoMars.

dito-in

IN – La sonda “Schiaparelli, così intitolata per ricordare il famoso astronomo italiano, Giovanni Virginio Schiaparelli che per primo a fine 800 osservò i celebri canali marziani, è un successo tutto italiano. La sonda e il lander sono stati costruiti a Torino. Ancora una volta gli italiani, confermano la loro innata vocazione alla genialità alla scoperta e alla navigazione.

Oggi non si naviga per mare: Cristoforo Colombo docet, grazie alla sua volontà e caparbietà ha scoperto il nuovo mondo, le Americhe, oggi gli italiani, con il loro intuito e le menti geniali (purtroppo la maggior parte dei cervelli italiani è costretta ad emigrare all’estero… Nemo profeta in patria) si avventurano in altre mitiche imprese. Oggi navighiamo nello spazio.

 

dito-out

OUT – Purtroppo il lander della missione ExoMars, staccatosi dal Trace Gas Orbiter (Tgo) la navicella che in sette mesi lo aveva portato su Marte, ha smesso di inviare segnali perché una volta staccatosi è precipitato sul Pianeta Rosso. Dopo l’ingresso nell’atmosfera del pianeta a circa 5 km dall’arrivo al suolo molto probabilmente si è schiantato a una velocità di 300Km/h.  La sequenza di ammartaggio ha funzionato solo fino al distacco dello schermo posteriore del paracadute, purtroppo i retrorazzi hanno funzionato solo per 3 secondi, poi il computer di bordo li ha spenti e quindi il veicolo è caduto per 19 secondi.

Una delusione? Non propriamente. In queste ore gli italiani si affrettano alla difesa: “non sono state le tecnologie italiane ad essere coinvolte nel problema” ha prontamente affermato Mauro Moretti amministratore delegato di Leonardo-Finmeccanica.  La missione è stata organizzata dall’ ESA (Agenzia Spaziale Europea) e da quella russa Roscomos. La missione è stata in parte (per un terzo) del budget totale di 1,2 miliardi di euro sovvenzionata dall’Italia, coinvolgendo enti ed imprese. In queste ore si cerca comunque di alimentare l’ottimismo (noi italiani siamo “eccelsi” unici al mondo) giusto per mitigare la delusione. Un’impresa europea e russa riuscita a metà.  Ma non disperiamo infatti se l’atterraggio è stato morbido (sic…) le batterie dovrebbero dare energia al veicolo spaziale per un periodo da tre a dieci giorni, durante i quali comunicare con la Terra.

Leave a Reply

Your email address will not be published.