NOCI – Se non esistesse la scrittura, non sarei qui a riportare notizie. Se non esistesse la scrittura non esisterebbero gli smartphone, i computer, la televisione. Non esisterebbe la storia, la geografia, la matematica (e per alcuni sarebbe anche meglio). Quindi, senza la scrittura, non sapremmo mai chi siamo.
Questo è stato ben compreso dagli alunni delle classi quinte delle della scuola elementare Cappuccini, i quali hanno presentato ai genitori e ai nocesi l’ultima lezione del modulo PON Itinerari di scrittura. Il progetto, denominato Inclusione sociale e lotta al disagio, prevedeva alcuni moduli da 30 ore ciascuno. «Uno di questi era proprio “Itinerari di scrittura”» ci spiega la professoressa Mafalda Baccaro. «Io ho risposto al bando e sono stata reclutata come “docente esperto”. Come tale, dovevo essere affiancata da un insegnante tutor e per il mio modulo sono stata affiancata dall’insegnante Domenica Palattella».
Così, il 28 maggio nel chiostro delle Clarisse, si è svolta l’ultima lezione del modulo la quale è stata volutamente aperta al pubblico «per mostrare ai genitori e alla cittadinanza le competenze raggiunte dagli alunni iscrittisi al corso». Obiettivo del progetto è stato quello di «indagare sull’evoluzione della scrittura nello spazio e nel tempo e sulle forme più importanti di scrittura e il loro impatto sulla società». In 150 slide si è effettuato un veloce excursus di tutto il modulo dalle prime forme di scrittura nel Paleolitico, passando per la scrittura cuneiforme, per arrivare ai primi sistemi logografici, sillabici e alfabetici. «Si è approfondito il legame tra scrittura amanuense, scrittura a stampa e diffusione della cultura. Si sono osservate altre forme di scrittura, come i codici numerici e musicali (dalla scrittura neumatica alla notazione moderna), l’alfabeto Morse e i sistemi di scrittura elettronica. Si sono analizzate le tracce della scrittura lasciate nel tempo e si sono esplorati virtualmente i luoghi legati alle varie forme studiate».
Infine si è data risposta alla domanda: a cosa serve scrivere? Cosa e quanto si può scrivere? «Abbiamo, quindi, parlato di conservazione e memoria del passato, archivio, emozioni legate alla riscoperta del passato attraverso i documenti scritti. Gli alunni hanno imparato a scrivere in gotico antico ed onciale, hanno messo a frutto le conoscenze per dare spazio alla creatività, sanno scrivere una lettera commerciale, un telegramma, un biglietto di auguri. Sanno dell’esistenza di diversi alfabeti».
A conclusione dell’evento sono stati distribuiti ad alunni e presenti dei biglietti ripiegati dove ciascuno poteva scrivere un pensiero dedicato a chiunque fosse presente in sala. «Ho raccolto i bigliettini in una scatola colorata e ne abbiamo letto alcuni presi a caso. Un momento davvero emozionante». Inoltre, la professoressa Baccaro ha donato alla tutor una stilografica in peltro e una boccetta di inchiostro rosso (colore dell’amore), confezionati in carta da musica. «Un simbolo della stima che nutro verso di lei e di ringraziamento per la sua attenta e discreta collaborazione». Non poteva, quindi, mancare il momento musicale con la canzone Scrivimi datata 1990 del cantautore italiano Nino Buonocore e il taglio di una torta. «Ricordando che la scrittura ci permette anche di presentare torte con bellissime scritte», perché le parole sono una potente arma contro la tristezza, mettono gioia e buonumore ma anche rabbia e solitudine. Perciò, che mondo sarebbe senza?