La consacrazione della Chiesa Madre: il ricordo a 115 anni di distanza

NOCI – Sono passati 115 anni da quando, il 7 aprile del 1902, la Chiesa Madre di Noci dedicata a Maria SS della Natività è stata consacrata su iniziativa dell’arciprete Antonio Francesco Morea e del vescovo Antonio Lamberti. All’interno della messa delle ore 19.00 dello scorso venerdì 7 aprile, don Peppino Cito ha voluto ricordare quel momento solenne mostrando i cambiamenti che negli anni la Chiesa ha subito. «Sono passati eventi, persone, istituzioni, abitudini, stili. Tutto è cambiato in 115 anni. Gesù, però, è rimasto lo stesso. È anche compito della Chiesa continuare ad annunciarlo come salvatore dell’umanità».

Infatti, durante l’omelia, si è parlato del tempio e della sua importanza per tutti i credenti. «Ci sono tre significati da tenere presenti a proposito del tempio. Come tre livelli, uno più importante dell’altro. Il primo è Gesù che è il vero, unico, autentico specchio divino. Il secondo è la Chiesa come comunità formata da pietre viventi. Il terzo è il Tempio di pietre che si consacra per contenere ed accogliere la comunità di credenti. Noi stasera celebriamo questo mistero. Gesù in questi 115 anni ha abitato la Chiesa di Noci lavorando e offrendo sé stesso per rendere i singoli fedeli pietre viventi. Ringraziamo, quindi, il Signore per essere stato fedele a questo luogo».

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Ma cosa è cambiato in 115 anni? «Dicono i documenti che quando fu fatta la consacrazione di questa chiesa, c’erano almeno 30 preti tutti i giorni». Come è possibile leggere dall’opuscolo, infatti, c’erano, oltre all’arciprete, undici canonici, tredici sacerdoti mansionari, due diaconi, un suddiacono, tre accoliti, undici novizi e un protonotaro apostolico. A questi si aggiungono nove frati che vivono al convento dei cappuccini, diciassette suore, due educande e undici converse al Convento di Santa Chiara e sette suore nella comunità delle figlie di Sant’Anna. Tante anche le confraternite quali Addolorata (oggi l’unica esistente), Santissimo Sacramento, Rosario, San Michele, San Rocco e Purgatorio. «La popolazione di Noci al 31 dicembre del 1902 era di 11.920 persone (oggi ne conta 19.283). Inoltre, nel 1902 la messa era in latino e non in italiano come oggi. Il vescovo ha bussato con il pastorale per tre volte la porta della chiesa, ma le persone non hanno capito cosa diceva e perché bussava. In seguito abbiamo girato l’altare, possiamo cantare i canti in italiano ed abbiamo delle assemblee piene di gente che canta».

Opuscolo a cura dello studioso Vito Notarnicola e dell’arciprete Morea, stampati dalla Tipografia Cressati
Opuscolo a cura dello studioso Vito Notarnicola e dell’arciprete Morea, stampato dalla Tipografia Cressati

Inoltre, nell’opuscolo, quando l’arciprete spiega il motivo della consacrazione della chiesa, fa un elenco di motivazioni. «In una lui dice di consacrare la Chiesa per incominciare tutto da capo perché siamo in un periodo di crisi». Ma oggi è finita la crisi? «No. Noi attraversiamo nuove crisi di diverso genere. Il Vangelo non è mai stato facile applicarlo in nessun momento storico. Quindi, nonostante molti cambiamenti nella vita della Chiesa, la sfida che rimane oggi, dopo 115 anni, è la stessa di allora. Annunciare Gesù. Dimostrare che Gesù attraverso la sua parola ci ha cambiati», ha concluso don Peppino.

Naturalmente non sono passati solo 115 anni dalla consacrazione della nostra Chiesa Madre. «Tutte le chiese, quando vengono costruite, sono consacrate con una cerimonia particolare», ci spiega l’architetto Piero Intini. «Però nei secoli passati, quando non si conosceva la data di dedicazione o di consacrazione della chiesa, in determinate circostanze, si procedeva ad una nuova consacrazione». Sicuramente la chiesa, quando fu edificata e successivamente allargata, ha avuto una sua consacrazione. Quella del 1902, quindi, è stata una riconferma di quel momento andato perduto, per dare una data in modo che la si possa ricordare nel corso degli anni. Proprio per questo motivo, nella chiesa, di fianco la porta laterale sinistra, è stata collocata una lapide che riporta l’atto di consacrazione in latino, come testimonianza della solennità di quel giorno.

La lapide con l’iscrizione latina della consacrazione del tempio
La lapide con l’iscrizione latina della consacrazione del tempio

(In copertina: veduta dell’interno della Chiesa Madre negli anni ’10 del Novecento prima dell’arrivo dell’elettricità – Fotografia estrapolata dal libro “Il restauro del campanile e della Chiesa Matrice di Noci”)

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