“La ferita e l’obbedienza”: l’opera di Vittorino Curci apre la rassegna “Incontri in libreria”

NOCI – Ha avuto inizio la rassegna letteraria Incontri in libreria, organizzata dalle giovani libraie della libreria nocese Mondadori Point presso la loro sede, finalizzata a dare spazio alla cultura con presentazioni di nuovi libri scritti da autori emergenti e non.

Protagonista del primo dei nove incontri è stato il poeta nocese Vittorino Curci, che ha colto l’occasione per presentare la pubblico il suono nuovo lavoro dal titolo La ferita e l’obbedienza, un libro quasi autobiografico nato per caso dall’unione di una serie di suoi testi arricchiti con un apporto esperienziale dell’autore, e suddiviso in due parti, la prima più critica, costituita da piccoli saggi e pensieri intitolata “Doppiofondo”, e la seconda più narrativa rinominata “Breviario per oziosi e Bastardi del XXI secolo”.

Curci nel libro incontra i poeti e analizza la sua scrittura, relazionandosi con le certezze e gli interrogativi che la poesia racchiude oggigiorno nella sua evoluzione. Infatti, fulcro centrale della serata è stato il ruolo della poesia e del poeta nella società contemporanea, sempre meno valorizzati e riconosciuti. Al riguardo l’autore sostiene che «il poeta è persino deriso, nessuno lo legge, nessuno l’ascolta nella nostra società. È giudicato un inetto, un povero cristo, ma la poesia è e sarà sempre il ricordo delle cose».

A dialogare con il poeta in questo intimo salotto letterario è stato il senatore Piero Liuzzi, che ha evidenziato una peculiarità della poesia, ovvero che «nel tentativo di sintetizzare può essere scritta anche su pezzi di carta, il foglio perciò, è uno strumento per avere un tutt’uno fra pensiero e azione». Inoltre, descrivendo il libro presentato lo definisce come «un affresco per capitoli che costituiscono una sorta di ciclo pittorico. Sono più settori a creare un’armonia del testo e della sua totalità».

Nel corso della serata, Curci ha sottolineato le tre concezioni della poesia che emergono dal suo libro, ovvero la poesia come riscatto sociale, la poesia come impegno civile e la poesia che ci salva, descrivendo anche ciò che riassume tutto, ossia la bellezza. «La bellezza è qualcosa che ci attrae e che non riusciamo a spiegarci, è verità, e ciò che è vero è anche giusto. Il poeta è un sacerdote, un medium di tutto ma deve fare attenzione a non farsi soffocare dall’incontro. Il vero poeta deve difendere il valore naturale della poesia legato alla bellezza, però dobbiamo sempre difendere l’autonomia del poetico» ha affermato l’autore, aggiungendo: «La poesia è il mio modo di vivere. Dalla poesia ho imparato tante cose della vita stessa. È come il destino, il disegno di affrontare la vita che fa parte di noi. Più che uno scrittore di poesia sono un lettore di poesia. Io amo leggere la poesia. Lì ho trovato cose che mi hanno formato».

A conclusione dell’incontro, il poeta ha letto alcuni estratti della sua opera coinvolgendo il pubblico e strappando loro anche qualche sorriso.

Il prossimo appuntamento si terrà il prossimo 17 dicembre alle ore 18:30, presso la stessa libreria, con l’autrice Gabriella Genisi che presenterà il suo libro Dopo tanta nebbia. Inoltre, sabato 16 dicembre, in collaborazione con l’associazione Presidi del Libro, allo stesso posto e alla stessa ora sarà presentato per la prima volta al pubblico il nuovo romanzo del giovane scrittore nocese Rocco Roberto, dal titolo I sogni che restano.

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