NOCI – Il modo di gestire i rifiuti rispecchia il livello di civiltà di una popolazione. Fino al secondo dopoguerra, e comunque prima del boom economico cominciato nei “favolosi anni sessanta”, la società italiana era prettamente rurale e possedeva in maniera innata il concetto del riciclo dei materiali di scarto: le sostanze organiche naturali non più “utili” (come foglie secche, residui di cibo, gusci di uova, ecc.) venivano restituiti alla terra seguendo il naturale processo del compostaggio che era scontato per i nostri avi contadini (il compost non è una invenzione moderna!) che avevano ben chiaro il concetto della concimazione biologica. Anche chi abitava nei centri urbani affidava i rifiuti organici ai vicini perché li portassero in campagna, oppure li interrava nei vasi da fiore. La plastica non si conosceva ancora e la poca carta usata negli imballaggi veniva gelosamente riciclata. Anche il vetro e l’alluminio erano considerati materiali eterni perché venivano lavati e utilizzati in maniera perpetua per contenere i prodotti più disparati. In questo modo, il materiale che finiva in discarica era davvero molto esiguo!
La discarica a cielo aperto del comune di Noci si trovava nell’area che adesso ospita la Villa Comunale e, a giudicare da come ora crescono rigogliose le piante e gli alberi della villa, i rifiuti del passato erano sostanzialmente residui organici e cellulosici.
Oggi la gestone dei rifiuti comincia dopo la raccolta differenziata mediante i trattamenti biologici dell’umido, l’estrazione di ulteriori frazioni riciclabili e il recupero dell’energia nei termovalorizzatori.
Con una corretta gestione, uno scarto non arriva proprio in discarica.
Ciò che buttiamo cambia non solo nella qualità dei materiali ma cambia nel tempo. Basti pensare agli scarti dell’elettronica, inesistenti fino a poco tempo fa, fino al problema delle scorie radioattive.
Per una gestione davvero corretta dei rifiuti, la prima azione da svolgere è la prevenzione. Seguono la preparazione per il riutilizzo, il riciclo, il recupero di energia e lo smaltimento.
In un mondo ideale, l’ultima azione da compiere, ossia lo smaltimento, dovrebbe riguardare un numero sempre più esiguo di rifiuti perché gli altri o non sono stati prodotti o sono stati riutilizzati, riciclati e recuperati dal punto di vista energetico.
Bruciare i rifiuti a fini energetici, per esempio al posto del carbone, contribuisce a diminuire l’emissione di gas serra.
Anche se le discariche non scompariranno, se accetteremo di smaltire i rifiuti indifferenziati in un termovalorizzatore, ne serviranno meno e con costi di gestione più bassi.
DANIELA FUSILLO – Presidente Associazione MurgiAmbiente di Noci