La storia di Zygmunt Kelz raccontata agli alunni della scuola ‘Cappuccini’

NOCI – Il crocus è un particolare genere di pianta che, a seconda della specie, viene utilizzata sia a scopi ornamentali sia per ricavare spezie con lo zafferano e i suoi fiori possono assumere due varietà di colori: il giallo e il viola. E proprio a questa pianta si rifà il Progetto Crocus, promosso dalla Holocaust Education Trust Ireland, fondazione irlandese che si pone come obiettivo l’insegnamento dell’olocausto nelle scuole. Ogni scuola riceve dei bulbi di crocus da piantare in autunno, in memoria del milione e mezzo di bambini ebrei che morirono per mano dei nazisti, per poi ammirare intorno al Giorno dedicato alla Memoria i suoi fiori gialli. Tale colore ricorda la stella di Davide, simbolo che gli Ebrei erano costretti a cucire sui propri abiti durante il dominio nazista.

Nel nostro paese all’iniziativa hanno aderito gli alunni e i docenti della scuola primaria Cappuccini, i quali hanno realizzato una serie di iniziative in preparazione al giorno dedicato all’Olocausto. Da lunedì 22 gennaio a venerdì 26 gennaio sono stati progettati diversi racconti sulla Shoah a cura della libreria Mondadori Point di Noci, mentre il prossimo 27 gennaio, giorno dedicato alla Memoria, sarà allestita una mostra con i lavori realizzati dagli alunni, sarà visionato un filmato realizzato dalle prime classi dell’istituto relativo al Progetto Crocus e sarà osservato un minuto di silenzio alle ore 12.00 in ricordo di tutte le vittime di una delle pagine più oscure del secolo scorso.

Particolare menzione, però, merita l’incontro organizzato lo scorso 23 gennaio all’interno del Chiostro di San Domenico. Le classi quarte e quinte della scuola elementare hanno incontrato Bernardo Kelz, figlio di Zygmunt Kelz, un ebreo, naturalizzato nocese, il quale ha affrontato un lungo viaggio da una piccola città polacca per arrivare fino a Noci e scampare alla furia nazista.

La sua storia, tratta dal libro Dai Carpazi alle Murge – Odissea di Zygmunt Kelz scampato alla Shoah, scritto dall’avvocato nocese Josè Mottola e dallo stesso Bernardo Kelz, l’avevamo riassunta e portata alle cronache in un nostro articolo realizzato lo scorso anno in occasione della Giornata delle Memoria. Una racconto che è stato ripreso e fatto conoscere ai più piccoli dalla viva voce di chi quegli orrori non li ha vissuti in prima persona, ma ha cercato di ricostruirli per farli arrivare fino a noi. «La storia di mio padre è nostra» ha raccontato Bernardo Kelz ai bambini. «Una persona nella vita può perdere tutto. La casa, la razionalità, il suo popolo. L’unica cosa preziosa che si può portare insieme e che nessuno può togliere è la cultura, il cervello, la capacità di capire gli altri». Dopo aver raccontato brevemente le varie lotte che Zygmunt ha dovuto affrontare per arrivare nel nostro paese, tante sono state le domande che i bambini hanno rivolto all’ospite per conoscere alcune curiosità su questa avvincente storia.

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All’incontro erano presenti anche Giuseppe Basile, direttore della Biblioteca Comunale Mons. Amatulli, il quale ha collaborato con la scuola per realizzare l’iniziativa, il dirigente scolastico Giuseppe D’Elia e l’assessore alla cultura Lorita Tinelli.

Chiunque voglia approfondire qualunque aspetto sulla Shoah, può partecipare agli ultimi incontri organizzati dalla scuola primaria Cappuccini o seguire il calendario di eventi della manifestazione Il tempo che resta, organizzata per il 26 e il 27 gennaio presso il Chiostro di San Domenico.

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