NOCI – Continuiamo a raccontare storie di nostri compaesani che stanno vivendo questo periodo di emergenza lontani da casa. Abbiamo ripercorso le testimonianze di alcuni lavoratori nocesi, che hanno scelto coscienziosamente di rimanere al nord nonostante la “furia” del virus (clicca qui e qui). Oggi diamo la voce ad una studentessa.
“Sono Sabrina Silvestri, mi trovo nelle Marche precisamente ad Urbino (PU), che il giorno 8 marzo è rientrata fra le zone rosse. Vivo in un collegio Universitario con altri ragazzi provenienti da tutta Italia, soprattutto dal Meridione.
Il giorno 7 marzo sera sono stata informata da una ragazza che vive in collegio con me che sarebbe stata emanata l’ordinanza che avrebbe incluso la provincia di Pesaro Urbino fra le zone rosse. Non ho mai pensato di tornare a casa, perchè ho sempre ritenuto importante innanzitutto rispettare le normative sul nuovo virus. Tornare sarebbe stato un rischio in primo luogo per le persone a cui voglio bene, la mia famiglia, ma anche per tutti i cittadini.
Non avrebbe avuto senso rientrare e affrontare la quarantena a casa, obbligando così i miei familiari ad attuare misure di ulteriore sicurezza. All’inizio è stato veramente dura, soprattutto quando numerosi studenti del collegio sotto i miei occhi la sera del 7 marzo hanno fatto le valigie e sono tornati a casa prima che entrasse in vigore l’ordinanza che vietava l’entrata e l’uscita nelle\dalle zone rosse. In quel momento mi sono realmente resa conto che la situazione stava sfuggendo di mano un po’ a tutti.
In cuor mio, però, sapevo che la mia era la scelta migliore per me e per gli altri, ho dunque rassicurato la mia famiglia. Non è facile restare lontani da casa per molto tempo, non è altrettanto semplice realizzare che se si dovesse verificare un’emergenza, io sono qui, a 600 Km da casa. Bisogna, però, delle volte ragionare con la mente.
Non mi sento una persona “speciale” per quello che ho deciso di fare, rimanendo nelle Marche, ho soltanto fatto ciò che ognuno di noi aveva l’obbligo morale di fare per noi stessi e per gli altri. E poi.. diciamola proprio tutta: studio Biologia, prendere una decisione diversa sarebbe stato un oltraggio a ciò in cui profondamente credo: la Scienza”.