NOCI – Finalmente ci siamo. Dal prossimo lunedì 27 novembre partiranno i lavori per il restauro della chiesa dedicata a Maria SS Assunta sita presso la frazione di Lamadacqua. Situata a 15 chilometri da Noci e costruita negli anni ’60 del secolo scorso insieme al complesso dei Centro di Servizi Sociali di Lamadacqua, la chiesa ha subito un lento deterioramento dovuto anche alla chiusura della struttura per la mancanza di un parroco che la custodisse.
Circa un anno fa abbiamo avuto modo di parlare della storia della piccola borgata nocese (Lamadacqua: le origini e la storia Parte 1 – Parte 2 – Parte 3), la quale è passata da un piccolo polo turistico ad un luogo disabitato e abbandonato a se stesso. L’edificio ecclesiale, infatti, ha iniziato a subire un lento degrado come il distacco del copriferro che rivestiva l’armatura delle due guglie del campanile e il distaccamento di pezzi di intonaco dalla facciata principale dell’edificio. Come annunciato in quell’occasione, i lavori sarebbero potuti partire subito dopo la primavera del 2017 e, oggi, tutto è pronto per riportare alla luce uno dei monumenti simbolo della nostra frazione.
Ad informarci, attraverso un comunicato stampa, è la parrocchia Maria SS. della Natività, proprietaria dell’immobile. «L’edificio, con l’intero centro servizi, dal giugno 2016, è sottoposto a tutela della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bari tramite procedimento seguito dal funzionario architetto Angelamaria Quartulli. Il progetto è stato redatto dagli architetti nocesi Piernicola Intini e Piero Intini in collaborazione con gli ingegneri Michele Vitti e Marilena Venerito che hanno anche svolto le prime indagini diagnostiche; le indagini geognostiche sono state invece affidate ai geologi Serena De Venere e Massimo Colucci. L’importo dei lavori è cofinanziato con il contributo 8×1000 alla Chiesa Cattolica della Conferenza Episcopale Italiana che ha già stanziato il necessario per la copertura economica. La richiesta, accordata dal vescovo di Conversano-Monopoli S. E. R. mons. Giuseppe Favale e presentata presso l’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici e l’Edilizia di Culto, è stata curata per l’iter autorizzativo dal Servizio Tecnico Diocesano nelle persone degli ingegneri Giovanni Pinto e Piero D’Onghia. Un’altra parte della somma necessaria è stata offerta da don Pasquale Tinelli, già affezionato e attivissimo parroco della suddetta chiesa. I lavori saranno eseguiti dall’impresa ‘L’EdilCiccone s.r.l.’ di Locorotondo (BA) in possesso di attestazione SOA categoria opere OG2».
Nonostante non siano ancora passati 70 anni di età dalla costruzione dell’immobile, «il complesso è stato riconosciuto bene culturale ai sensi dell’art. 10 c3 lettera d, del D.Lgs 42/04 e sottoposto alle disposizioni del Titolo I Parte II, in quanto considerato esempio significativo e modello inedito di architettura rurale introdotto in un periodo di importante sperimentazione formale e tecnologica che ha visto nell’Italia Meridionale lo sviluppo di un ampio programma di pianificazione e numerose realizzazioni».
L’imminente restauro ha visto anche l’interesse dell’architetto Ugo Carughi, presidente della Do.co.mo.mo. Italia e di diverse personalità del mondo della cultura e dell’architettura a cui si aggiungono la soddisfazione dall’intera Comunità, dal Consiglio pastorale parrocchiale e dal Consiglio per gli affari economici della parrocchia, per l’obiettivo raggiunto, oltre agli auguri del sindaco Domenico Nisi e del senatore Piero Liuzzi.
Infine, gli architetti Piero e Piernicola Intini invitano tutti coloro in possesso di foto antiche e recenti della Chiesa e del complesso di Lamadacqua per consentire di effettuare delle scansioni al fine di allestire una mostra fotografica alla conclusione dei lavori. Chi volesse, può rivolgersi direttamente ai progettisti o contattare don Stefano Mazzarisi in Chiesa Madre.