NOCI – Un ritorno al passato attraverso la riscoperta delle tradizioni ormai perdute, recuperando e raccontando con il canto le unicità della nostra terra. È questo il presupposto che ha spinto i “giovanotti” dell’associazione Agricultura a far memoria dell’antica usanza di Candè all’ove, praticata nelle nostre zone il giorno di Pasqua. In passato, infatti, anticamente, il mattino del Sabato Santo partivano di buon’ora squadre di suonatori i quali, a piedi o su carri, andavano per le masserie nocesi intonando la canzone del Canto delle Uova ai proprietari, con l’obiettivo di portare allegria e magari ricevere in cambio qualche prodotto caseario. La stessa tradizione è stata, quindi, ripercorsa nel pomeriggio di sabato 15 aprile, attraverso le campagne di contrada Casaboli.
Per l’occasione l’associazione ha ricreato l’omonimo canto ormai andato perduto, riprendendo alcuni pezzi da Martina Franca, Fasano e Taranto. A questo sono stati aggiunti anche altri canti della tradizione popolare nocese come U suonatore de pitipù e I vestie a massarie. Il percorso, inoltre, è stato arricchito anche dalle informazioni della guida Antonio Natile, prezioso collaboratore senza il quale la manifestazione non sarebbe mai nata.
«L’antica tradizione di Candè all’ove da noi è legata molto alle campagne, fondendo l’elemento del sacro con quello del profano» ha raccontato la guida, «proprio perché l’uovo rappresenta la Pasqua, la rinascita e la fecondità, essendo di per sé l’emblema della vita». A questo si è cercato, quindi, «di coniugare il recupero della tradizione, il bello della passeggiata, della natura che ci circonda, la religiosità agreste dei nostri luoghi e il senso di fede che incarna la Pasqua». Infatti, il secondo fine dell’uscita è stato quello di riscoprire una zona dimenticata del nostro territorio, ovvero quella dove un tempo sorgeva il Casale di Casaboli, scomparso intorno al 1500, unendo così note, tradizioni e territorio, cercando di raccontare le vicende legate ai nostri luoghi.
Tanti i nocesi che hanno voluto passare un pomeriggio alla scoperta del nostro territorio, i quali hanno partecipato attivamente alla manifestazione con tamburelli, maracas, armonica a bocca e altri strumenti musicali, nonché padelle, coperchi e cucchiaie. Tra la folla si è scrutata la presenza anche dei consiglieri comunali Paolo Conforti e Mariano Lippolis.Il percorso, lungo 4 chilometri con partenza dal parco Bosco Giordanello, si è articolato per le strade della contrada con sosta a tre masserie, oltre a quella che potrebbe essere considerata l’antica piazza del casale. Durante il percorso Antonio Natile ha fornito alcune notizie sui luoghi, unendole alle letture delle poesie L’erve du scirre di Mario Gabriele e Preghiera per andare in paradiso con gli asini di Francis Jammes. Infine, l’associazione ha permesso un piccolo ristoro con patate, uova e cipolle sotto la cenere, verdure, pane, taralli, vino e limonata.
La manifestazione è stata quindi un momento di condivisione della tradizione della nostra terra, permettendo, complice la buona giornata, di poter scoprire un angolo nascosto del nostro territorio, assaporando la bellezza della natura che ci circonda.