NOCI – Record di presenze per l’ultima data dell’Animenote Music Festival, la rassegna musicale ideata e organizzata da Gioia e Vita srl, che si è conclusa ieri – 31 agosto – letteralmente “col botto”, ospitando la reunion J-ax + Articolo 31. Suoni, idee, colori hanno riempito il Foro Boario, con Zio Ax che ha portato sul palco nocese 25 anni di storia, personale e della musica italiana, con i suoi testi generazionali, che uniscono all’unisono grandi e piccoli, iniettando una potente dose di positività. Per lui un pubblico eccezionale, proveniente da ogni zona di Italia: i suoi “nipoti”, pieni di energia su ogni pezzo, dal primo fino all’ultimo sorso. E a loro offre uno show di forte impatto emotivo, che colpisce alla bocca dello stomaco e arriva un po’ più su, fino al cuore.
Ad aprire la serata, sale sul palco il talentuoso Jefeo, giovane diciannovenne che giunge a Noci dopo l’esperienza di Amici 2018. Il cantautore e trapper propone sette suoi brani, fotografia eloquente del ventunesimo secolo, tra disadattamento e tecnologia imperante, trovando vie di fuga tra i sogni e l’amore. Parte da “Teenager”, passa per “Video Game” ed arriva sino a “Silenzio”, pezzo denso di emozioni che dedica ai suoi genitori, lì presenti ad assistere al suo spettacolo. Sulle sue note il Foro Boario, gremito, si scalda e si carica, preparandosi ad accogliere l’outsider Ax.
Su un megaschermo vengono proiettati una serie di momenti storici, che spaziano dalla musica ai cartoni animati, dalla politica al papa, funzionali a ricostruire un ampio arco temporale, che dal secolo scorso arriva fino a noi. E sullo schermo, l’amato divulgatore scientifico Alberto Angela, davanti al Colosseo, con lo sguardo fisso in telecamera, asserisce “partiamo per questo grande viaggio nel passato”; e si parte. Si parte dall’ultimo brano di J-Ax “Timberland Pro”, per tornare, come su una potente macchina del tempo, fino agli anni novanta. Il rapper regala così al pubblico le sue rime inconfondibili e dissacranti, il suo “Rap n’roll”, i suoi testi irriverenti, capaci di trasformare le sue storie in racconti universali. Il medley iniziale è di fatto una presentazione di sé, in quanto composto da “Snob”, “L’uomo col cappello” e “Vecchia scuola” che delineano la sua figura di artista libero, con il suo immancabile cappello ed irrimediabilmente di vecchio stampo.
Zio Ax porta sul palco le sue mille sfaccettature, quelle coltivate e messe in musica nei suoi 25 anni di carriera, che alternano uno spirito giocoso a un animo profondo, come quando propone “La vita non è un film” nutrita dall’amara riflessione che “qui non è così, la trama è inconsistente, l’amore non è mai per sempre”. Vecchie perle accolte da applausi scoscianti del pubblico, che balla e canta ciascuno dei più di 30 brani proposti, selezionati dal suo immenso repertorio e che forniscono una scaletta generosa che accontenta tutti, dai giovanissimi su fino a chi è cresciuto, nel secolo scorso, a pane e J-ax. Del resto, non conta l’età anagrafica, tutto quello che conta è sentirsi dentro “Piccoli per sempre”. Sulle note di questo capolavoro intramontabile, l’artista dichiara a gran voce “è grazie alla mia gente che io resto piccolo per sempre”. Per continuare a coltivare il fanciullo che è in sé, probabilmente c’è un’unica strategia, che consiste nel non perdere mai la speranza; perché noi siamo “Gente che spera” – come tutti cantano a squarciagola accompagnando J-ax e Reverendo – “cercando qualcosa di più in fondo alla sera, noi, gente che passa e che va, cercando la felicità sopra ‘sta terra”.
Sul palco nocese, il rapper milanese propone le sue sfrontate melodie che puntano a porsi oltre ogni ipocrisia, rompendo muri di falso buonismo, denunciando storture e ingiustizie, come nel medley “Deca Dance”, “Immorale”, “Più stile” che infiamma tutti i fan, trascinati poi sull’onda di altri grandi successi del passato come “I love my bike” e “Musica da rabbia”. Si salta sotto il palco e si salta nel tempo, dalle vecchie hit ai brani più recenti, quali “Il bello di essere brutti”, “Uno di quei giorni” e “Caramelle”. Perché in fondo, contro ogni regola e sistema, J-ax si ritrova a cantare dell’amore, dei sentimenti potenti, quelli veri, gli unici che salvano nella loro semplicità, per questo “non sarebbe male per sempre, tu ti fai le unghie, io gioco con la play… io e te mangiando caramelle”.
In questa corsa adrenalinica sulle montagne russe si arriva sino ai tormentoni estivi delle ultime stagioni, come “Vorrei ma non posto” e “Senza pagare” e poi si torna ancora indietro, con la sezione del concerto interamente dedicata agli Articolo 31. Sul palco del Foro Boario va in scena la ritrovata complicità tra J-ax e Dj Jad, che deliziano tutti con le loro alchimie di versi e musica, iniettando una carica fuori dal comune. Inebriati dalla loro vitalità, tutti sono travolti dal loro carisma, mentre si susseguono “Spirale ovale”, “Domani smetto”, “Un urlo”, “Non c’è rimedio”, con cui risuona tanta rabbia trasformata in inarrestabile energia. E poi ancora benzina, con “2030”, la descrizione futuristica, ma ormai prossima, sulla quale Noci canta “ho tanta nostalgia degli anni novanta […]non si sapeva dove e come, ma si sapeva ancora perché”. E il pubblico pagante, presente nell’ordine di migliaia, non smette di cantare e di ballare, sulla scia di “Tranqi funky”, “Domani”, “Il funkytarro”, “La mia ragazza mena”, “Italiano medio”, “Volume” e “Ohi Maria”.
Mentre il sipario si appresta a calare, i ritmi si fanno più lenti e dai primi capitoli della sua storia musicale J-ax torna agli ultimi con la sua confessione-bilancio di “Intro”: “qualche anno fa mi si è ingrigito il pelo, per la prima volta ho tirato il freno, incerto se fossi l’unico scemo o l’ultimo a crederci per davvero”. E poi il magico momento di “Tutto tua madre”, brano dedicato al figlio e interpretato al fianco della giovane quanto talentuosa Sofia, che sale sul palco sotto l’invito dello Zio Ax, che l’ha vista esibirsi su Youtube. In chiusura si torna al ritmo e al volume alto, con gli ultimissimi tormentoni “Ostia lido” e “Maria Salvador”. E prima che i riflettori si spengano vengono puntati su Raptuz, co-fondatore della “Spaghetti Funk”, ed il suo dipinto, realizzato durante le due ore di concerto, sotto gli occhi di tutti. Il Foro Boario si trasforma, infine, in un’enorme discoteca all’aperto, con il dj set di Marco Rissa, componente de “I Thegiornalisti” che fa ballare ancora tutti a lungo, con gli ultimi successi estivi e ad altre celebri sonorità senza tempo.
Scaletta del concerto di J-ax + Articolo 31:
Timberland Pro
Rap n’Roll
Snob / L’uomo col cappello / Vecchia scuola
Non è un film
Piccoli per sempre
Gente che spera
Deca dance/ Immorale / Più stile
I love my bike
Musica da rabbia
Il bello di esser brutti
Uno di quei giorni
Caramelle
Vorrei ma non posto
Senza pagare
Spirale ovale
Domani smetto
Un urlo
Non c’è rimedio
2030
Tranqi funky
Domani
Il funkytarro
La mia ragazza mena
Italiano medio
Volume
Ohi Maria
Intro
Tutto tua madre
Ostia lido
Maria Salvador