NOCI – Ha avuto luogo lo scorso venerdì 28 ottobre, presso l’aula magna dell’istituto professionale nocese “A. Agherbino”, la seconda delle quattro conferenze promosse dall’Uten di Noci in collaborazione con il Centro Studi sui Dialetti Apulo-Baresi, intitolate “Lezioni di dialettologia”.
Questa seconda lezione, dal titolo “Entrare nelle parole”, è stata curata da Mario Gabriele, membro del Centro Studi, che ha svelato alcuni detti e vocaboli tipici del nostro territorio, ognuno dei quali racchiude in sé una storia.
«Il dialetto nocese è lo specchio del mondo» ha affermato Mario Gabriele, confutando in tal modo l’idea negativa che si ha del dialetto. Per giustificare questa affermazione l’esperto ha riportato numerosi esempi, raccontando storie che hanno segnato l’origine e i significati di alcuni nostri termini dialettali, come falabrac, tagghia tagghie, assigghjenè, acchiare, effettuando un confronto tra il dialetto napoletano, spiegato dettagliatamente nel vocabolario di Ferdinando Galiani, e il lessico di Noci.
Grazie alle allegre ed esaurienti spiegazioni del signor Gabriele, il pubblico ha avuto l’opportunità di scoprire le sorprendenti origini del termine dialettale nocese vasenecóle, derivante da una tragica ma al contempo romantica storia, riproposta anche nella quinta novella della quarta giornata del “Decameron”, l’opera più importante del celebre Giovanni Boccaccio.
Citando rilevanti personaggi storici e importanti filosofi, quali Eraclito, Aristotele e Seneca, è stato possibile conoscere reali storie, apparentemente surreali, e antichi proverbi non molto noti, ma che sono parte del nostro patrimonio culturale e letterario. Purtroppo però, gran parte dell’ingente bellezza letteraria dalla quale attinge il lessico dialettale meridionale ci è stata portata via a causa delle numerose colonizzazioni che il nostro territorio ha subito in passato.
Il prossimo appuntamento si svolgerà venerdì 4 novembre, sempre presso l’aula magna dell’istituto professionale “A. Agherbino”, e ospiterà i giovani studiosi appartenenti al Centro Studi sul Dialetto Apulo-Baresi Chiara Fasano e Giovanni Laera che approfondiranno miti, storia e civiltà del vino, in una conferenza intitolata “A frasche e u mire”. Inoltre, per l’occasione verrà presentato ufficialmente alla cittadinanza l’ultimo lavoro del Centro Studi: “I féfe e u mire”, un libro che celebra due prodotti tipici del nostro territorio, ossia le fave e il vino.