NOCI – Stamattina, come tutte le altre mattine, vado in garage, prendo la macchina faccio la rampa giro a destra e ….. la bicicletta non c’è più! Era diventata una di famiglia, una Bianchi vintage di colore scuro addossata al muro ma stamattina non c’è, al suo posto ci sono tre palloncini rossi a forma di cuore che mi piace immaginare essere quelli di Mariapia ed i due bambini.
Gli Avvocati, potrà sembrare strano ad alcuni, ma hanno anche un cuore e pertanto la commozione ha preso il sopravvento. Mentre in città tutti si chiedono le modalità dell’accaduto, son diventati tutti sociologi, psicologi, esperti di criminologia, la mia mente ha ripercorso la nostra conoscenza risalente a più di trenta anni fa quando insieme a Vanni e Pierangelo giocavamo al pallone sull’asfalto duro e bello del mercato coperto, oppure appena presa la patente, Simone aveva una A112 scura dello stesso colore della bicicletta, per noi era una grande conquista poter andare a Gioia del Colle al Charlie a mangiare una pizza perché significava che eravamo diventati “grandi”.
Col tempo poi le nostre strade si sono divise fino a quando un paio di anni fa me lo sono ritrovato vicino di casa: ogni occasione era buona per salutarci e scambiare due parole sempre a modo, delicate, quasi timide: questo era il suo stile. Quanto successo e le modalità con cui è successo lasciano allibiti a tal punto da mettere in dubbio che sia successo! Usciamo tutti sconfitti da questa vicenda, non possiamo sempre pensare che siano cose che “..succedono agli altri..” perché la tragedia insegna che possono succedere a chiunque ed in qualunque momento. La domanda che mi sono posto è: “si poteva evitare, si poteva fare qualcosa ???”. Risposte non ne ho però credo che tutti abbiamo bisogno di riflettere e soprattutto mettere da parte gli egoismi; da soli non si va da nessuna parte, pensare che le cose, sia brutte che belle, accadano solo agli altri è sbagliato. Quanti Michele incontriamo per strada ?
Questa vicenda ci porterebbe allo spavento, alla diffidenza, al puntare il dito verso gli altri ma ritengo invece che la reazione debba essere di senso opposto: non aver paura, ascoltare, confrontarsi e se possibile aiutare il prossimo. Nel frattempo farò una preghiera per Simone e la sua famiglia.