NOCI – “Politiche del lavoro trascurate, programmazione economica d’area inesistente, spontaneismo non più in grado di sopperire alle carenze di sistema” sono fra i fattori individuati dal sen. Piero Liuzzi che “dovrebbero naturalmente destare preoccupazione e che dovrebbero sollecitare la politica, dallo Stato fino agli interventi inesistenti della Regione Puglia, dalla Città metropolitana di Bari fino alle Amministrazioni dei centri del Sud-est barese/Murgia dei Trulli ancora in cerca di accordi sull’Unione dei Comuni, a mettersi intorno ai tavoli della pianificazione, della concertazione, della rappresentanza degli interessi e delle vocazioni“.
“Intendo lanciare un messaggio – spiega il parlamentare pugliese che con l’eurodeputato Raffaele Fitto ha fondato Direzione Italia, collocandosi saldamente nel Centro-destra – ai sindaci ed a tutta la classe dirigente che nel nostro Comprensorio potrebbero guidare un processo virtuoso di programmazione e di stimolo, di delega e di progettualità oggi quanto mai necessarie a dare al territorio una prospettiva“.
“È ormai tempo che la ricorrenza del Primo Maggio – chiosa il senatore, già sindaco di Noci – assuma significati non più di festa laica occasione per una gita fuori porta, ma di momento di riflessione fra quanti hanno il lavoro, quelli che lo vedono a rischio e chi il lavoro lo cerca e dopo anni di attesa vede sfumare la prospettiva di vita e non ha quasi nessuna tutela sociale a cominciare da un reddito e dalla pensione“. “Certo i sindaci e le Amministrazioni comunali – afferma Liuzzi – dovrebbero essere i principali protagonisti di questo processo, di questa nuova visione, di questo modo nuovo di vedere il ruolo di pubblico amministratore e di decisore politico-amministrativo“.
“Vorrei propormi come catalizzatore del processo, facilitatore del dialogo fra Enti locali ed enti sovracomunali, associazioni di imprenditori e sindacati, chiamare la Regione a mettere a disposizione risorse, non lesinarle o indulgere nella pratica dell’elemosina verso le comunità locali che, piuttosto, metteranno a disposizione intelligenze e volontà, interpreteranno le tradizioni produttive dei territori e le potenzialità di alcuni comparti, come il turismo sostenibile, l’artigianato che opera nell’impiantistica, nel recupero e nel restauro, nelle opere civili, le tecnologie informatiche, le filiere agricole come quella lattiero-casearia e dell’orto-frutta, dei servizi al turismo ed all’enogastronomia“.
“È importante – sottolinea il senatore – ottenere dai media sul territorio ampio appoggio, perché il processo che intendiamo promuovere non può fare a meno dell’opinione pubblica, degli apporti critici e responsabili dei soggetti deputati all’informazione ed alla comunicazione“. Liuzzi si interroga: “Una domanda per tutte: nel campo dell’istruzione e della formazione della forza lavoro, ad esempio, chi sovrintende oggi all’analisi dei fabbisogni e delle tendenze occupazionali e di impresa, chi si interroga sull’impatto sociale derivante dall’incerto futuro dell’Ilva di Taranto, sulla scarsa tendenza a fare fronte comune fra artigiani e imprese, fra allevatori e trasformatori dei prodotti della terra?“.
Per sopperire a tali deficienze il parlamentare suggerisce “di coinvolgere, sempre a mo’ d’esempio, i centri di ricerca economico-sociali che fanno capo a Confindustria Bari, Coldiretti, Confartigianato e Cia, il Politecnico e l’università di Bari, la rete delle scuole, la Caritas diocesana e le associazioni di volontariato. Non avendo oggi a disposizione dati, numeri, dimensioni dei fenomeni in atto non potremo effettuare previsioni e provare a dare risposte, particolarmente ai giovani cittadini, provare a trattenerli, offrire loro alternative all’esodo forzoso“.
“Tutti i giorni ci imbattiamo in argomenti e fatti evidenziati dalla televisione e dai social media – spiega ancora – che poco hanno a che fare con la vita reale delle persone, ci lasciamo imbrigliare da falsi obbiettivi quando, invece, dovremmo preoccuparci seriamente del domani della nostra Puglia, delle prospettive per noi e per i nostri figli, procurare loro la speranza di sopravvivere alla globalizzazione ed invertire l’ordine dei fattori: non subire le trasformazioni ma orientarle a proprio vantaggio“.
“La festa dei lavoratori – conclude – diverrebbe così opportunità di crescita, riflessione sul lavoro che manca e contributo alle nostre popolazioni a prendere per mano il destino“.