NOCI – Non è passato inosservato il lavoro dell’Arma dei Carabinieri che venerdì 13 gennaio scorso ha raccolto elementi, rintracciato, e condotto in carcere il 32enne napoletano Renato Zolfino. «È solo il componente di un puzzle ben più ampio», dicevano gli inquirenti sul suo arresto. E molto probabilmente i carabinieri si riferivano all’organizzazione ben più vasta della camorra.
Sono tanti, almeno qualche decina, i casi di truffa a danno di anziani verificatisi in Puglia negli ultimi mesi. Più il 19% rispetto al 2015 dicono le stime. E Zolfino molto probabilmente farebbe parte di questo grande puzzle che da Napoli si diramerebbe in tutta Italia. A settembre scorso a Bologna con l’operazione “Avvoltoio” le forze dell’ordine arrestarono nove persone per associazione a delinquere perché accusati di aver truffato in pochi mesi 43 anziani. Il procuratore di Bologna, Giuseppe Amato nella circostanza avrebbe specificato che la regia poteva essere ricondotta al clan Marsicano-Esposito di Casoria.
La trama, e la trappola, di quanto avvenuto a Noci è sempre la solita e molto simile a quella scoperta a Bologna. Finti avvocati associati alle forze dell’ordine che chiedono soldi ad anziani per poter far uscire dai guai i propri figli coinvolti in incidenti stradali di fantasia. E così che il pendolare Renato Zolfino, sale sul treno a Napoli e scende a Bari per poi spostarsi nelle piccole città di provincia per mettere a segno i colpi e forse rifornire così di denaro i clan napoletani. Ad ottobre il colpo a Bari. «Pronto signora! Siamo i Carabinieri. Suo figlio è stato appena coinvolto in un grave incidente stradale. Per non farlo arrestare, apra la porta ad un Carabiniere, e dia a lui 5000 euro e tutti i gioielli che ha in casa. Così tutto si risolverà e suo figlio tornerà tranquillamente a casa». E la truffa si palesa. Zolfino entra nell’appartamento di un’anziana 73enne situato al quartiere San Paolo di Bari e mette a soqquadro la casa per far sì che la donna gli dia tutto ciò di cui dispone: 4000euro e gioielli di ogni tipo. Ma un vicino che sentiva il trambusto pensò bene di chiamare i carabinieri, quelli veri. Così sceso dall’appartamento gli uomini in divisa bloccano il soggetto con tutto quanto ancora addosso. Nel processo per direttissima sull’accaduto barese l’uomo ha patteggiato una condanna a 17 mesi di reclusione presso il proprio domicilio napoletano – con braccialetto elettronico – e al pagamento di 800 euro di multa. Nel frattempo i Carabinieri di Noci riconducono allo stesso Zolfino un episodio simile ai danni di una 70enne del luogo, così che gli arresti domiciliari si trasformano in una stanza con le sbarre a Poggioreale.
Episodi simili sono successi anche nel brindisino e nel leccese. A Parabita i carabinieri del Comando Provinciale di Lecce hanno tratto in arresto il 27enne Antonio Tranchino perché era in possesso di 3000euro sottratti ad una coppia di anziani. Per gli stessi motivi a Erchie sempre i carabinieri appongono le manette al 23enne Giovanni Tensone che aveva sottratto circa 2000euro e diversi gioielli sempre ad una anziana del posto. Anche questi due truffatori provenivano dal napoletano.
Nei primi 10 mesi del 2016 si sono verificati circa 30 casi nelle provincie di Bari e Bat di cui quattro risolti, a Giovinazzo, Bari, Barletta e Noci. Carabinieri e Polizia di Stato, di concerto, stanno cercando di porre un freno a questa trama che incuterebbe timore nei soggetti più deboli, come gli anziani, e gonfierebbe le tasche dei clan napoletani. Continua per questo motivo l’opera di sensibilizzazione dei Carabinieri attraverso incontri pubblici rivolti proprio agli anziani (a Noci ve ne sono stati 3 negli ultimi due anni), ed anche la Polizia di Stato attraverso la campagna “Non siete soli”, ha avviato opera di sensibilizzazione rivolta proprio alle persone della terza età. Carabinieri e Polizia invitano sempre a chiamare i numeri di pubblica utilità (112-113) confidando in una collaborazione proficua con i cittadini per assicurare i truffatori alla giustizia.