NOCI – Il futuro è nel passato. La signora Maria Laforgia, in un recente intervento in tema di sviluppo turistico, ha evidenziato un principio, per fare turismo (e sviluppo aggiungiamo noi), “dobbiamo sapere quello che abbiamo nella credenza per sapere cosa offrire all’ospite”. È proprio così, ma anche in senso letterale. E dopo aver inseguito per anni l’industrializzazione, il cemento, le nuove tecnologie, è forse arrivato il momento di ritrovare un senso più profondo, tornando alle radici di una cultura più saggia: la terra.
Mai come in questi tempi la stampa sta dando visibilità e restituendo una crescente sensibilità verso i prodotti che vengono dalla terra, più specificatamente verso il cibo biologico che nei nostri territori da sempre sappiamo produrre. Sicurezza, salute e benessere si legano sempre più ai prodotti genuini della nostra madre terra. I consumatori desiderano questi prodotti, che sono richiesti per la sicurezza, l’evoluzione culturale, la moda, la forma fisica, la linea, la prevenzione.
Vegetariani, vegani o semplicemente amanti della sana cucina, la trasformazione dei prodotti locali diventa sempre più occasione di sviluppo e di business. Cresce la richiesta di prodotto fresco locale, al punto che le grandi industrie si stanno attrezzando, perché vedono un mercato che cresce a due cifre percentuali. Nel 2015 oltre due italiani su tre hanno acquistato un cibo Bio e chi li consuma ha incrementato la frequenza di uso.
Oltre al turismo, il mercato che può restituire crescita e benessere all’economia locale, perché Noci e comprensorio ce lo hanno come vocazione, è la produzione, trasformazione e commercializzazione di prodotto Biologico. In cima ai desideri dei clienti c’è l’olio di oliva, seguito da frutta fresca, verdura ed ortaggi freschi. Ma interessano anche le confetture e le marmellate. Quando si parla di visione e di futuro, quindi, bisogna tenere a mente questa straordinaria opportunità che la nostra terra ci offre. È il tempo dell’oro verde.