NOCI – In ottemperanza alla legge sulla stampa di seguito pubblichiamo la rettifica pervenuta dall’Ufficio Affari Pubblici della Chiesa di Scientology al comunicato stampa inviato a questa redazione dal Presidente della Darf in relazione alla presentazione del libro “Nella setta” e pubblicato qui: La DARF presenta il libro “Nella Setta” scritto da Piccinni e Gazzanni
“Nella Setta”: nostalgia del reato di plagio
Il libro di Carmine Gazzanni e Flavia Piccinni dedica una buona parte delle sue pagine alla Chiesa di Scientology. La cosa non ci stupisce e nemmeno stupisce la loro pretesa di far passare per verità incontrovertibili tutta una serie di pregiudizi. Che sia una pretesa lo si evince dal racconto che essi fanno della loro brevissima esperienza (due giornate) vissuta sotto mentite spoglie in una Chiesa di Scientology.
Un intero capitolo viene dedicato al resoconto che, per certi versi, rasenta il tragicomico. Tutti i comportamenti dei collaboratori della Chiesa coi quali sono venuti in contatto vengono giudicati tramite lo specchio deformante del loro pregiudizio: se la persona che avevano di fronte era gentile lo era perché voleva irretirli; se sorrideva lo faceva perché le era stato imposto di sorridere e se si mostrava entusiasta parlando della sua religione lo era solo perché oggetto di manipolazione mentale. Opinioni personali presentate come se fossero realtà oggettiva. Vengono poi riportate brevi testimonianze di un gruppetto di ex-scientologist italiani i cui nomi sono occultati, tranne che in un caso, rendendo quelle testimonianze non accertabili.
Riguardo a Scientology gli autori mischiano mezze verità con una tale quantità di allusioni che, pur senza dare nessuna notizia criminis, il lettore viene persuaso a pensare negativamente. Ciò è riscontrabile, ad esempio, nel capitolo in cui si parla dei gruppi di riforma sociale nati grazie all’iniziativa e alla sensibilità di alcuni fedeli di Scientology. Senza mai dirlo apertamente, in esso suggeriscono l’idea che quei gruppi, pur promotori di istanze legittime e di attività lodevoli, per il fatto di essere vicini a Scientology dovrebbero essere evitati, ghettizzati. Non potendoli perseguire penalmente, poiché non c’è nessuna notizia di reato, gli autori si fanno portavoce di quei gruppi illiberali che vorrebbero la reintroduzione del defunto reato di plagio, chiamandolo però in un altro modo altrimenti non sarebbe proponibile. Quel reato, introdotto nel codice penale italiano nel 1933 – in pieno periodo fascista – venne cancellato dalla Corte Costituzionale nel 1981 a causa “… dell’imprecisione, l’indeterminatezza della norma, l’impossibilità di attribuire ad essa un contenuto oggettivo, coerente e razionale e pertanto l’assoluta arbitrarietà della sua concreta applicazione.” aggiungendo pure che “Giustamente essa è stata paragonata a una mina vagante nel nostro ordinamento …”
E’ il caso di ricordare che in Italia vi è un consolidato orientamento giurisprudenziale che ha riconosciuto la natura religiosa di Scientology e la piena legalità delle attività delle sue chiese e missioni. Autorevoli rappresentanti del mondo accademico sono giunti alle medesime conclusioni. [www.scientologyreligion.it/religious-expertises/]
Uno studio veramente approfondito sui principi, pratiche e finalità di Scientology è stato recentemente pubblicato dall’Editrice Morcelliana col titolo “Scientology – Libertà e immortalità”, libro scritto dal professor Aldo Natale Terrin, docente emerito dell’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova e autore di oltre 40 opere su temi spirituali, religiosi e antropologici. In essenza Scientology è lo studio della conoscenza. La sua natura religiosa si concretizza nello studio di se stessi in relazione alla propria famiglia, ai gruppi, all’umanità, alle forme di vita, all’universo materiale, a quello spirituale e a Dio. E’ presente con più di 11.000 chiese, missioni e gruppi in 167 nazioni. In Italia c’è da oltre 40 anni con 13 chiese e 20 missioni che si occupano della crescita spirituale di diverse mIgliaia di cittadini italiani di ogni età, ceto sociale professione. Gli scientologist credono che l’essere umano è fondamentalmente buono e che la salvezza dipende da se stessi, dagli altri e dal raggiungimento del senso di fratellanza con l’universo.
Credono che il principale diritto sia quello di aiutare e per questo hanno formato gruppi per promuovere la cultura per una vita libera dalla droga, per far conoscere i diritti umani, per far rispettare quelli di coloro che sono ricoverati in ambiente psichiatrico e hanno costituito un gruppo di volontari iscritto nel registro nazionale della protezione civile che ha portato aiuto, insieme a tutti gli altri, in occasione dei terremoti verificatisi in Molise , Abruzzo , Emilia Romagna e quello che ha distrutto Amatrice. Per questo tutte le cattive parole finiscono di fronte all’evidenza, evidenza che è più forte di ogni opinione, l’evidenza di quelle migliaia di cittadini che in Scientology hanno trovato la loro via verso la Verità e la Salvezza. E siamo convinti che anche in quegli ex-Scientologist le cui storie sono state sommarizzate nel libro rimane la consapevolezza di quella strada e di quel sogno e di aver fatto almeno qualche cosa nella giusta direzione. Forse rimane loro anche la nostalgia, non quella che spinge taluni a proporre la reintroduzione di un reato voluto da un regime fascista.
Tiziana Bonazza
Ufficio Affari Pubblici
Chiesa di Scientology