NOCI – Settembre è iniziato portando a Noci e in tutta la Puglia una forte ed ininterrotta ondata di maltempo. Sebbene la pioggia non si possa prevedere con esattezza, recentemente un gruppo di ricerca internazionale ha svelato il rapporto esistente tra inquinamento e precipitazioni. La notizia è di grande importanza perché fa luce su uno degli aspetti che rendevano incerte le formulazioni matematiche ossia la formazione delle nubi. Che le attività antropiche incidano sul clima è noto, come pure sul cambiamento delle caratteristiche delle nubi e sulla loro capacità di dare luogo a precipitazioni nelle aree continentali maggiormente industrializzate. Ma la relazione precisa non era finora chiara: in alcuni casi l’inquinamento sembra determinare una diminuzione delle precipitazioni, in altri un aumento. Una risposta a quest’apparente incongruenza l’hanno data un gruppo di ricercatori, fra i quali Sandro Fuzzi dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna (Isac-Cnr), con un articolo pubblicato sulla rivista Science.
In sostanza, la sempre più massiccia immissione nell’atmosfera di particolato dovuto ai processi industriali, al traffico veicolare e ad altre attività antropiche aumenta la piovosità, fino ad un certo livello di inquinamento, oltre tale livello la diminuisce.
Dunque, sembra ormai essere scontata la relazione esistente tra immissione in atmosfera di particolato e piovosità. In effetti, in passato a Noci, come in gran parte dei paesi pugliesi, venivano realizzate le cisterne per conservare gelosamente la poca acqua piovana disponibile. Oggi, invece, le precipitazioni piovose hanno subito una notevole variazione sia in termini quantitativi sia nella distribuzione durante tutto l’anno solare. Ad ogni azione umana, la natura risponde con una sua reazione.
DANIELA FUSILLO – Presidente Associazione MurgiAmbiente di Noci (Ba)