NOCI – Un mese fa, in una serata ordinaria, un giovane angelo volava in cielo. Quel maledetto semaforo si è assunto l’ingrato compito di prendersi Marco, sottraendolo ai genitori e al fratello, ma anche ai suoi compagni e ai parenti.
Marco, nei suoi 18 anni, ha riempito di orgoglio, di presenza, di affetto, di empatia, tutte le persone che sono entrate nella sua vita. Marco era la generosità fatta persona, la velocità di pensiero fatta studente, la sensibilità fatta amico. Oggi restano qualcosa di più dei fiori ed una maglia appesa ad un semaforo, resta il privilegio di aver allevato un figlio così, la gioia di averlo avuto amico, il dolore di rinunciare alla sua corporeità.
Ma nulla di quello che è successo cancellerà mai i sentimenti verso Marco. Il mio ricordo di questo ragazzo, premuroso con i più deboli e sfidante con la sua fisicità, vuole avere due messaggi di valore, il primo è rivolto agli adolescenti, e vuole dire che la vita è una e preziosa, quindi siate cauti con la moto, con la velocità e col rischio, perché indietro non si torna. Il secondo è che la memoria ed i sentimenti sono un modo di tenere in vita Marco ed essere riconoscenti per il bello che ci ha dato.
In questo trigesimo mi sento di chiedervi una preghiera per Marco e di conservare il suo ricordo nei cuori di tutta la collettività.