Mario Pastore, un’eccellenza nocese sulle passerelle dell’alta moda

NOCI – Sono tanti gli artigiani che, all’interno del nostro paese, ancora oggi svolgono le loro attività nelle proprie botteghe, rappresentando una risorsa preziosa che forse ci accorgeremo di aver perso quando questi antichi mestieri cesseranno di esistere.

Fra i tanti che in questi mesi hanno voluto condividere con il nostro giornale le loro storie, non poteva mancare la sartoria. Un loro valido rappresentate nocese è sicuramente Mario Pastore, il quale l’11 luglio scorso ha partecipato a un defilè organizzato dall’Accademia Nazionale dei Sartori, nei mercatini di Traiano a Roma. E questa è solo una delle ultime sfilate che hanno visto la sua presenza, vedendolo partecipe nel mercato della sartoria artigianale dal 1972, quando apre a Noci un suo laboratorio, confezionando abiti su misura di ogni tipo, in base alle esigenze e ai gusti del cliente.

mario-pastore-manichini

La passione per la sartoria, però, ha radici ben più profonde. «Sono sessant’anni che faccio il sarto. Ho incominciato a lavorare dall’età di 6 anni, un po’ a malincuore, perché un ragazzo a quell’età pensa di più al divertimento. Poi con il passare del tempo, quel lavoro ha iniziato a piacermi e ad appassionarmi, permettendomi di aprire, all’età di 21 anni, il primo laboratorio», diventando un punto di riferimento sia per tutti i nocesi, che per tutti gli amanti dell’artigianato e dei prodotti su misura. Oggi Pastore è delegato regionale dell’Accademia Nazionale dei Sartori e ogni due anni propone nel nostro paese l’evento “Manichino d’Oro” per valorizzare il lavoro dell’artigianato.

«È un lavoro che o piace o piace. Molti giovani non si avvicinano perché è un lavoro molto impegnativo. Non ci sono le macchine dove, spingendo un bottone, ti confezionano un prodotto. La nostra macchina è il cervello che fa funzionare le mani. Il mestiere si impara nella propria bottega dove bisogna sentirne l’odore». Ad oggi, non ci sono, per questi tipi di lavori, degli incentivi verso gli artigiani che permettono di poter insegnare quest’arte, per tramandarla e non farla mai scomparire. La politica non dà la possibilità di avere un apprendista perché non si comprende che per poter imparare questo tipo di mestiere ci vogliono pazienza e costanza. «La bottega è una scuola di vita. Oltre ai genitori, la bottega è come una seconda casa con delle regole da seguire. Ben vengano le scuole, come l’Agherbino, che permettono di crescere ragazzi con la voglia di imparare, perché noi abbiamo le mani legate».

mario-pastore-attrezzi-sarti

Nonostante tutto, come per ogni artigiano, la soddisfazione personale è quella che premia sempre. «Sono soddisfatto di quel che ho fatto da quando ho incominciato, perché il lavoro dell’artigiano è fatto anche di soddisfazioni. Ed è anche un lavoro in continua evoluzione dove non si smette mai di imparare. C’è stato sempre un crescendo da quando io ho iniziato, dove si è andato sempre migliorando sia nelle tecniche di lavorazione che nell’uso dei materiali». E se a questo si aggiunge la collaborazione di una figura importante, come la moglie Rosa Silvestri, le soddisfazioni non possono che aumentare. «Compensa il mio lavoro, permettendo di realizzare, non solo abiti maschili, ma anche per le donne. Sempre nella partecipazione a Roma, io ho realizzato uno smoking, mentre mia moglie ha realizzato un abito da sposa giovanile, che è stato molto ammirato».

Essendo un lavoro per pochi, l’artigianato può continuare a sopravvivere perché riesce ad arrivare dove non arriva la grande produzione. È un lavoro che permette di dare quel tocco in più che solo la mano permette di dare. «Purtroppo l’artigianato sta invecchiando insieme a noi. Se un ragazzo oggi imparasse a fare solo le riparazioni riuscirebbe a prendere un buon mensile. Se nell’artigianato metti la buona volontà e la serietà, non ti mancherà mai il lavoro. Io credo nei ragazzi e nelle scuole che vogliono trasmettere questi valori. Mi dispiace solo che gli stiamo lasciando una brutta eredità».

 

Le foto, nell’ordine:

– un angolo del laboratorio dove Mario Pastore realizza i suoi capi;

– alcuni attrezzi del mestiere.

Leave a Reply

Your email address will not be published.