NOCI – Terzo appuntamento per la sedicesima edizione di Settembre in Santa Chiara, ciclo di conferenze storiche organizzate dall’associazione culturale Giuseppe Albanese in collaborazione con la Biblioteca Comunale Mons. Anastasio Amatulli e il Comune di Noci. È stata la Seconda Guerra mondiale il filo conduttore dell’appuntamento dello scorso giovedì 21 settembre che ha visto, per la prima volta in sedici anni, la presentazione di un libro. «Ci ha colpito l’argomento», ha commentato Giuseppe Basile, coordinatore dell’evento. «Sono tanti i soldati italiani che, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, non aderendo al nazifascismo, furono rinchiusi nei lager tedeschi, subendo atroci sofferenze. Purtroppo la storia li ha delegati nel dimenticatoio e solo pochi studiosi ne hanno parlato. Poiché anche parecchi nocesi hanno subito la stessa sorte, abbiamo voluto affrontare questo argomento».
«Siamo in un mese che la storia nazionale ha dimenticato» spiega Vito Antonio Leuzzi, direttore dell’Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea. «L’8 settembre del ‘43 l’Italia perde la propria sovranità con un capovolgimento di alleanze. Molti soldati pensano che con l’armistizio sia finita la guerra. Invece è solo l’inizio di una situazione estremamente difficile dal momento che Hitler incominciò a trattare i soldati italiani come schiavi, considerandoli non solo traditori ma anche esseri inferiori. Ma tanti furono gli italiani che ebbero il coraggio di dire no alla guerra, a Hitler e a Mussolini»
Matite sbriciolate – I militari italiani nei lager nazisti: un testimone, un album, una storia comune (Gaidano&Matta) racconta gli episodi di prigionia del capitano barese Antonio Colaleo, marito di una certa Stella Turi, figlia di Stefano, un rinomato sarto del centro di Bari, originario proprio di Noci. Inoltre, uno dei figli del protagonista ha sposato l’autrice del libro Antonella Bartolo Colaleo la quale ha deciso di raccontare la storia del suocero non solo attraverso le parole, ma anche attraverso i vari disegni realizzati durante i 2 anni di prigionia. «Questo libro non nasce come una ricerca storica. E non è neanche un diario. È un viaggio che ho fatto insieme a mio suocero, partito l’8 settembre del 1943 e ritornato a Bari il 25 agosto del 1945», racconta l’autrice. «Il libro rappresenta anche una promessa che gli ho fatto negli anni ‘70. I suoi disegni sono rimasti nascosti e non sono mai stati mostrati a nessuno. Io ho ripreso questi disegni, capendo che fosse arrivato il momento di mostrarli, intrecciandoli con i suoi racconti e con quelli degli altri prigionieri».
Perché le matite sbriciolate? «Antonio Colaleo amava moltissimo disegnare. Quando è stato fatto prigioniero lui ha portato un mucchietto di matite che ha spezzato (dividendo il legno dalla parte colorata), e messo nelle tasche, sfuggendo, così, sempre a tutti i controlli. Grazie a queste matite sbriciolate noi abbiamo, oggi, una documentazione molto importante» capace di ritrarre come fotografie le memorie di quei luoghi. Sono 34 in tutto i disegni realizzati con i pastelli su carte di ogni tipo, molti dei quali raffiguranti gli esterni dei vari lager in cui il protagonista è stato tenuto prigioniero.
Come è stato detto più volte durante la manifestazione, il volume è di facile lettura e offre «una narrazione efficiente su quello che è un dramma di una nazione, sui giovani che, appena ventenni, hanno partecipato ad una guerra che ha rappresentato una catastrofe». Inoltre, durante la serata, è stata letta da Bruno Bartolo, fratello dell’autrice, una lettera di un soldato alla domanda se accettare o meno la prigionia. La presentazione del libro è stata voluta fortemente dell’Associazione Darf, nella persona della presidentessa Mariarosaria Lippolis, ritenutasi molto soddisfatta di aver portato alla conoscenza di un pezzo di storia che riguarda tutta la nostra comunità, andandosi ad aggiungersi alle varie ricerche del compianto professor Giulio Esposito, il quale si è occupato in varie occasioni di questo tipo di vicende storiche.
Infine, è stato ricordato il sito web www.alboimicaduti.it, «una banca dati on-line in cui sono inseriti, in ordine sistematico, elementi anagrafici e biografici degli internati militari italiani che hanno perso la vita nei lager del Terzo Reich tra il 1943 e il 1945, integrata con la registrazione dei militari deceduti subito dopo la cattura o la liberazione». Da una prima consultazione, inserendo un cognome e il paese di nascita, risultano esserci parecchi nocesi.
L’ultimo appuntamento del ciclo di conferenze storiche è programmato per il prossimo giovedì 28 settembre, alle 18.45, sempre all’interno del Chiostro delle Clarisse, con l’evento 1967 – 2017 Tra monastero delle Clarisse e convento dei Cappuccini: i primi cinquant’anni della biblioteca comunale di Noci. Ospiti della serata saranno Pietro Sisto, docente di Letteratura italiana e di Bibliografia e biblioteconomia presso l’Università degli studi di Bari e Giuseppe Basile, direttore della Biblioteca comunale Mons. A. Amatulli di Noci.