No referendum, Quagliariello: “il nocciolo della questione è che la riforma è sbagliata”

NOCI – «Il nocciolo della questione è che la riforma è sbagliata». È categorico il senatore Gaetano Quagliariello intervenuto ieri sera durante l’ultimo appuntamento pre-referendario di domenica 4 dicembre organizzato a Noci dal comitato “Il NO che serve”.

Il senatore fautore di Idea e scrittore a quattro mani del testo “Perché è saggio dire NO”, ha promosso l’evento conclusivo organizzato dai sostenitori del NO al referendum di domenica 4 dicembre. A fare gli onori di casa, dato il forfait del giornalista Francesco Iato per motivi lavorativi, è stato il presidente del consiglio comunale Stanislao Morea che ha presentato gli ospiti e moderato gli interventi.

Durante il prologo della serata c’è stata anche la proiezione di due filmati in cui nel primo il premier Renzi viene equiparato al personaggio dell’attore comico Antonio Albanese Cetto Laqualunque, e un secondo in cui l’attore Claudio Santamaria legge l’Art. 70 della Costituzione pre e post modifiche. Largo spazio agli ospiti tra i quali il referente regionale di Opportunità Civica Pierdonato Costa e l’indirizzo di saluto del vicesindaco Marino Gentile. Per quest’ultimo, dopo un excursus sulla scomparsa delle provincie, ha ribadito il concetto che senza l’elezione diretta dei rappresentanti non può vigere il principio di democrazia. Anche Stanislao Morea è sulla stessa lunghezza d’onda e descrive la promozione del quesito referendario come «un grande bluff».

«Questa riforma non è una riforma come le altre, è la nostra Costituzione» scandisce a chiare lettere Quagliariello. «Nella campagna referendaria per il SI vengono dette principalmente tre bugie: non è vero che si supera il bicameralismo perfetto, ci saranno ancora una Camera ed un Senato. Il problema non è velocizzare il lavoro delle camere, la Legge Fornero è stata approvata in 16 giorni, ma è fare delle leggi chiare. Non è vero che si semplificano i rapporti tra Stato e Regioni. Anche se i rappresentanti in senato saranno presi dal territorio non saranno espressione del territorio ma bensì dei partiti e faranno ciò che gli sarà indicato dal partito. A subire le conseguenze più gravi saranno le regioni ordinarie perché quelle a statuto speciale non subiranno conseguenze». Infine sanità e stabilità di governo. «Possiamo tornare al centralismo – conclude – se al momento lo Stato è titolare solo del debito pubblico?»

Si ricollega al discorso di Quagliariello l’altro senatore, Piero Liuzzi che ha preso la parola per ultimo. «Il parlamento italiano è molto prolifico in materia di legiferazione» ha detto. «Ciò che invece mi preoccupa è l’abuso mediatico del premier Renzi, che invece di pensare a risolvere i problemi degli italiani va in televisione a promuovere una riforma pasticciata». Poi una lunga parentesi economica che abbraccia lo scambio euro/dollaro, lo spread e il quantitative easing. Conclusione: «bisogna affidare ad una politica che ragiona la capacità di rendersi comprensibile al popolo».

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