NOCI – Da sempre, ed in particolare in questo periodo appena trascorso di campagna elettorale si è sentito parlare da una parte di cose brutte, che non vanno che bisogna migliorare, dall’altra di sogni se non utopie di un futuro che non c’è, come è giusto che sia, ma che molto probabilmente non ci sarà nei termini entusiastici usati. Ergo, come dicevano i latini, ci aggrappiamo al presente.
Avendo un punto di osservazione privilegiato, in quanto abito in via Kennedy, e prendendo lo spunto dalla interessante mostra di questi giorni nel Chiostro delle Clarisse sulle gesta della famosissima e rinomata piscina di Noci (La prima e la più grande del meridione nell’anno della sua costruzione – 1948 -), ho notato che finalmente i lavori di sistemazione dell’area ex piscina adiacente alla villa comunale stanno per terminare. Grazie a questa importante opera pubblica Noci era diventata, all’epoca, una cittadina rinomata in tutto il sud Italia; indimenticabili, restano, per chi le ha vissute, le serate danzanti con ospiti eccellenti. Chissà se il Sindaco dell’epoca, il lungimirante ed illuminato Avv. Ricco, avrebbe mai immaginato che quell’area dopo il periodo di massimo splendore sarebbe diventata una discarica a cielo aperto dove albergavano rifiuti di ogni genere.
Ma oggi siamo quasi giunti alla fine dei lavori che consegneranno un area con anfiteatro, verde, fontane e giochi per bambini. Personalmente ritengo che quando vengono realizzate opere pubbliche utili a tutta la città il cittadino avverte di più l’essere comunità e si sente fiero di vivere il territorio. E’ pertanto doveroso riconoscere a chi si è prodigato per la realizzazione di tale opera i giusti meriti. Ora spetta al cittadino fare la propria parte che, come sostengo da sempre, dev’essere una parte attiva. Nel caso specifico l’opera pubblica deve essere custodita da tutti, ci dobbiamo sentire tutti proprietari e comportarci come tali nei confronti di chi danneggia, sporca o distrugge. Dico questo perché ieri sera, pur essendo l’area ancora chiusa in quanto cantiere, ho notato che alcuni ragazzi hanno scavalcato le recinzioni e si sono messi a giocare con le giostrine appena installate. Essere cittadini non significa solo essere i soggetti passivi di diritti e doveri ma presuppone anche una certa attività nell’esercizio di tali prerogative: in questo senso, di fondamentale importanza è la conoscenza, e la coscienza che se ne ha della propria e inalienabile funzione di controllo nei confronti di tutto ciò che rientra nella sfera pubblica.
Il ruolo attivo del cittadino è in questo senso fondamentale per lo Stato: serve a migliorarlo, serve a risolvere problematiche, a scardinare le concentrazioni abusive di potere. Eppure, questa importante funzione sembra essersi pericolosamente smarrita ai nostri giorni, presi come siamo a difendere i nostri interessi individuali perdendo di vista il senso della collettività.