NOCI – Una vicenda dall’epilogo drammatico, e dai contorni ancora tutti da chiarire, ha sconvolto la piccola cittadina murgiana del sud-est barese. In poche ore sono morte due persone, fatto più unico che raro, che come un fulmine a ciel sereno ha squarciato la quotidianità locale.
Il tutto era nato come un caso di persona scomparsa ed invece con il passare delle ore si è trasformato in una tragedia. Già da ieri mattina si erano perse le tracce di Simone Martucci, commerciante 47enne della zona titolare di un negozio di articoli sportivi. Da subito erano state avviate le ricerche da parte dei carabinieri di Noci anche con l’ausilio di unità cinofile che hanno battuto palmo a palmo le zone interne ed esterne del paese. Questa mattina il ritrovamento del corpo in Zona H, agro nocese, e più precisamente in contrada Fongio, a circa 1km dal centro abitato. Sul posto oltre ai carabinieri anche il nucleo sommozzatori dei Vigili del Fuoco. Il cadavere del commerciante è stato ritrovato infatti all’interno di un pozzo. Dai primi esami eseguiti sulla vittima è subito venuto a galla un colpo d’arma da fuoco, probabilmente un fucile, presente sul corpo, oltre a svariate ecchimosi sul capo ed in altre parti del corpo.
Con il proseguo delle indagini in atto si scopre che ieri, giorno precedente al ritrovamento della salma, Martucci avrebbe incontrato l’agente immobiliare 27enne Michele Amatulli per definire l’acquisto di un locale adiacente all’attività del commerciante e per cui lo stesso avrebbe già versato la caparra di circa 10mila euro. Secondo gli inquirenti sarebbe questo il motivo dell’omicidio perpetrato in una proprietà privata adiacente a quella della famiglia Amatulli. Quando nel primo pomeriggio i carabinieri si sono presentati all’agenzia immobiliare intestata al papà del presunto omicida lo stesso si sarebbe tolto la vita con la stessa arma del delitto. Entrambe le salme sono sottoposte all’esame autoptico del medico legale Alessio Ostuni presso il Policlinico di Bari. Tuttavia sono ancora in corso le indagini da parte degli inquirenti coordinati dai PM Francesco Bretone e Giuseppe Dentamaro per definire la dinamica degli eventi e capire come si possa essere arrivati a tanto.
«Voglio invitare tutti i miei concittadini a lasciare stare i “si dice” e far lavorare la magistratura – dichiara il sindaco Domenico Nisi. – Dobbiamo stringerci tutti in un abbraccio e tentare di fare comunità, ovvero di metabolizzare qualcosa che di certo non appartiene alla nostra comunità».
Una storia tragica che ha devastato due famiglie e rotto gli equilibri quotidiani di una cittadina fino ad oggi ritenuta “tranquilla”.