NOCI – Il paesaggio rurale nocese è brullo, aspro, forgiato dalla pietra, dalla “murex” (da cui deriva la parola Murgia). Ovunque si può ammirare la roccia affiorante che le sapienti mani dei contadini atavici avevano trasformato in manufatti lapidei come i trulli, i muretti a secco, le aie, le cisterne…
In primavera, questo aspetto rude del paesaggio è ingentilito dalla meravigliosa fioritura di diverse specie endemiche. Spicca tra tutte la Serapia (Serapias apuliae), orchidea spontanea endemica pugliese, particolarmente presente nell’agro di Noci perché favorita dal suolo arido e calcareo di questo territorio.
Il nome Serapia deriva da Sèrapis, il dio egizio della fertilità forse perché riferito alle proprietà afrodisiache dei suoi rizotuberi o forse per l’evidente richiamo sessuale che l’orchidea esercita nella sua catena alimentare. Il suo colore rosso porpora spicca e si distingue tra il verde dell’erba circostante e, al tempo stesso, attira l’insetto che si rifugia nel suo interno e procede con l’impollinazione.
Un tempo il suo colore era differente ma, questa stupenda orchidea, nel corso dei secoli ha mutato il suo aspetto per garantirsi la sopravvivenza, per essere fecondata e riprodursi. Segnale, questo, di come molte specie si evolvono non solo per adattarsi ai mutamenti ambientali ma soprattutto per assicurarsi una continuità combattendo l’estinzione.
L’orchidea Serapia fiorisce da marzo ad aprile proprio come i suoi parenti stretti, gli asparagi selvatici, anch’essi protagonisti indiscussi delle campagne nelle primavere nocesi. La Serapia cresce tranquillamente nelle macchie, nei pascoli e negli uliveti. Cresce insieme alle sue cugine orchidee spontanee, tra cui c’è anche il “pizzicorno” (così è denominato nel dialetto nocese), orchidea spontanea commestibile dal sapore dolciastro. Oggi la Serapia è un’entità protetta a livello nazionale perciò faccio appello a tutti i nocesi che la dovessero avvistare nei loro terreni (o lungo zone abbandonate) a non distruggerla con diserbanti o antiparassitari. Si tratta di un patrimonio ambientale di inestimabile valore per la sua localizzazione geografica, per il ruolo che ricopre nel nostro ecosistema e per la lezione di vita e di sopravvivenza che saprebbe darci!
DANIELA FUSILLO – Presidente Associazione MurgiAmbiente