NOCI – Ha avuto luogo nella calda mattinata dello scorso 25 marzo la benedizione abbaziale di padre Giustino Pege osb, ordinato nuovo Abate dell’abazia della Madonna della Scala, divenendo ufficialmente la nuova guida della comunità benedettina nocese.
La cerimonia è stata arricchita da una santa messa, celebrata all’interno del plesso monastico, presieduta dal vescovo della diocesi Conversano-Monopoli Mons. Giuseppe Favale, alla presenza dei parroci delle parrocchie nocesi, del neo vescovo di Tricarico Mons. Giovanni Intini, di numerosi padri Abati convenuti da diverse comunità monastiche italiane, dei familiari del neo Abate, delle autorità civili e militari e dell’intera comunità nocese, e dell’Arciabate, nonché predecessore di Pege alla guida del monastero benedettino nocese Donato Ogliari.
Il rito di benedizione ha seguito tutte le fasi previste dall’antica tradizione monastica, culminando con la consegna dell’anello, simbolo di fedeltà nei confronti del Signore, della Chiesa e della vita monastica che si accinge ad accogliere padre Giustino come nuovo custode spirituale, proprio come affermato da Mons. Favale: «Inizia ora il tuo delicato compito di custode della comunione fraterna di questa comunità. Questa abazia è un cuore che pulsa, è un luogo dove si sperimenta la fraternità e ci si sente a casa. Vieni qui con la ricchezza della tua umanità e con il bagaglio di una vita monastica matura e gioiosa».
Nel corso della celebrazione, è intervenuto il sindaco Domenico Nisi, che con grande gioia, affetto, stima e fraternità ha voluto accogliere a nome di tutta la comunità nocese padre Giustino Pege come nuova guida della nostra preziosa abazia benedettina.
Inoltre, prima di concludere la santa messa ed accedere al ricco buffet allestito all’interno del chiostro adiacente la chiesa, con grande umiltà ed emozione padre Giustino Pege ha voluto ringraziare il Signore che lo ha sostenuto nel suo percorso monastico, tutti i presenti accorsi per condividere con lui questo momento di festa, gli amici che hanno fatto molta strada per essere presenti in questo giorno così importante, e soprattutto la sua famiglia, dalla quale ha imparato il vero significato del volersi bene, dell’accoglienza e del perdono.
Infine, in vista del lungo percorso che d’ora in poi lo attende in questa nuova comunità, ha affermato: «Noci ora sarà la mia casa, la mia nuova famiglia, il luogo degli affetti, della condivisione fraterna e del servizio incondizionato ai fratelli benedettini che Dio mi ha affidato. Questa celebrazione non la sento solo mia, ma piuttosto come la festa del monastero. La vera protagonista di oggi è la comunità monastica di Noci. Non so se riuscirò ad essere un buon Abate, se riuscirò a rispondere alle aspettative e alle necessità di questa mia nuova famiglia ma vi assicuro che lo desidero fortemente».