NOCI – Quest’anno, grazie al Piccolo Festival della Parola che per quattro lunghe giornate ha reso Noci meta di numerosi turisti, il nostro amato paese ha ricevuto un’occasione in più per essere conosciuto non solo come città dell’enogastronomia, ma anche come centro culturale e sociale.
Tanti sono stati gli ospiti che hanno contribuito a plasmare idee, riflessioni e nuove modalità di approccio alle cose, arricchendo il bagaglio culturale e personale di tutti coloro che hanno preso parte alla manifestazione.
In particolare, preziosi spunti di riflessione sono stati offerti da alcuni dei grandi ospiti che Noci ha avuto l’onore di accogliere, i quali hanno dato vita a piccoli momenti di condivisione di idee con il numeroso pubblico presente.
Si tratta dell’attore teatrale, scrittore, drammaturgo, compositore e cantante Moni Ovadia che, presentato dal presidente del Teatro Pubblico Pugliese Carmelo Grassi nel corso della prima serata, ha spiegato l’importanza delle parole non solo nella poesia, ma soprattutto nella comunicazione. Infatti, servendosi anche di alcune letture, egli ha affermato «Il teatro ci ha permesso di portare di nuovo alla luce la lingua della nostra terra, ed è stata proprio la parola a farci fare questo salto nel rapporto con noi stessi».
A conclusione della seconda giornata, invece, il Chiostro delle Clarisse ha fatto da cornice ad uno spettacolo unico nel suo genere, curato da Giancarlo Cattaneo, dj di Radio Capital e Maurizio Rossato, attualmente regista di Radio Deejay, che insieme hanno dato vita ad un reading che unisce poesia, musica e prosa dal titolo Parole Note. Il numeroso pubblico è stato trasportato in una calda atmosfera grazie alla simbiosi che si è venuta a creare tra il flusso di musica elettronica realizzato da Rossato, la lettura di testi e poesie a cura di Cattaneo e la proiezione di suggestive immagini, tratte anche da celebri film, che hanno contribuito a rendere più realistico e tangibile i significativi messaggi che si mira a trasmettere con questo progetto.
Ospite d’eccezione della terza serata è stato Federico Zampaglione, cantante dei “Tiromancino”, accompagnato da Giacomo Gensini, con cui ha scritto il suo nuovo libro intitolato Dove tutto è a metà, presentato per l’occasione nel cuore di Noci. Si tratta di un romanzo scritto a quattro mani, le quali sembra che si incontrino fondendosi in un’unica mano guidata da due teste e due cuori. Le vicende narrate si svolgono sullo sfondo di una bellissima Roma, dove tra amori e tradimenti, concerti travolgenti, party lussuosi, incomprensioni e riconciliazioni, successi, fallimenti e colpi di scena, i protagonisti, carichi di profonda umanità, si troveranno a fare i conti con i propri punti di forza e le fragilità, e a compiere scelte che condizioneranno le loro vite. Nel libro i due autori hanno voluto raccontare l’amicizia, i sogni e le passioni di donne e uomini di generazioni diverse, che sono alla ricerca della felicità. Alla presentazione, moderata dalla giornalista Stefania Losito, si sono intervallati piccoli spazi musicali nei quali Zampaglione ha dato voce alle sue canzoni.
Infine, nel corso dell’ultima serata, il Chiostro di San Domenico ha ospitato una conferenza presentata dal giornalista Gianni Messa, nel corso della quale sono intervenuti il direttore dell’enciclopedia Treccani Massimo Bray, che parlando dell’importanza della lingua ha affermato: «La lingua è qualcosa di vivo sensibile ai cambiamenti. Noi con la lingua abbiamo sempre avuto un rapporto molto forte che però stiamo perdendo negli ultimi anni», e il giornalista Lino Patruno, editorialista de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, il quale ha manifestato una visione molto critica dell’era contemporanea, esordendo dicendo: «Cominciamo a parlare come parlavano i nostri progenitori, con le emoticon. È vero che la nostra lingua si trasforma nel tempo ma il fatto che si rinunci a una parte di essa perché non la sappiamo usare, testimonia che siamo cadendo in un analfabetismo di ritorno».