NOCI – La corsa all’armamento ci riporta indietro di quasi quart’anni, quando il mondo era diviso in due blocchi e la tensione internazionale era talmente palpabile che la si poteva toccare con le mani. Oggi il retaggio di quella tensione trova nuova espressione nei test missilistici a lunga gittata che il governo Nord-Coreano sta sperimentando nel nord del Pacifico. Una corsa all’armamento, all’utilizzo della bomba atomica e di qualsiasi altro strumento di distruzione di massa che non serve a niente e nessuno.
E così il mondo ha accolto con entusiasmo il conferimento del Premio Nobel per la Pace 2017 a ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons). “E’ un grande onore essere insigniti del Premio Nobel per la Pace 2017 come riconoscimento per il nostro ruolo nell’approvazione del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari. Questo storico trattato, adottato il 7 luglio con il voto favorevole di 122 Stati, offre all’umanità uno strumento alternativo, assolutamente necessario, in questo nostro mondo dove prevalgono e proliferano invece le minacce di azioni di distruzione di massa”. Questo l’incipit del comunicato apparso sul sito ufficiale dopo il riconoscimento del premio.
Il 6 ottobre scorso a Stoccolma la presidente del comitato del premio Nobel, Berit Reiss-Andersen, ha annunciato al mondo intero che il Premio Nobel per la Pace 2017 sarebbe stato conferito all’International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (Ican) che da anni promuove campagne di sensibilizzazione a favore del disarmo nucleare e la smantellazione di tutte le armi di distruzione di massa. Durante l’annuncio Reiss-Andersen aggiunge che il premio serve anche “a attirare l’attenzione sulle catastrofiche conseguenze umanitarie di qualsiasi uso di armi nucleari e per gli sforzi innovativi del trattato per il divieto dell’uso di tali armi”.
Ican è una coalizione civile globale fondata a Melborune nel 2007 e che lavora per l’implementazione e l’applicazione del trattato per la proibizione delle armi nucleari. Ha la sua sede centrale a Ginevra, in Svizzera. Dopo il successo dell’iniziativa lanciata nel 1997 sulle mine antiuomo, ora l’aggregazione planetaria attraverso il Trattato presentato alle Nazioni Unite si sta battendo per la disarticolazione e lo smantellamento delle armi nucleari.
Al trattato si sono espressi favorevolmente 122 Paesi, ma tra questi non figura l’Italia per questo la Rete Italiana per il Disarmo e la Campagna Senzatomica chiede una revisione di posizione da parte del governo italiano. Sul sito ufficiale si legge: “Questo Premio è occasione per rilanciare ulteriormente il percorso del Trattato internazionale di messa al bando delle armi nucleari e chiedere che il Governo italiano ripensi la propria posizione, che si oppone al Trattato stesso, andando a seguire quella che è sicuramente la volontà della maggioranza degli italiani: che le armi nucleari siano messe fuori dalla Storia!” Tocca al Governo dunque presentarsi al palazzo di vetro di New York e cambiare posizione in merito al tema dell’utilizzo dell’atomica. L’Italia tra l’altro è già promotrice di un’altra campagna internazionale, quella sull’abolizione della pena di morte, che ha ricevuto notevole riscontro in campo internazionale, questo ulteriore passaggio porterebbe il Bel Paese e l’intero globo ad un livello superiore di civiltà e democrazia.