Pubblica (d)Istruzione

NOCI – Sta avendo una eco mediatica inaspettata la notizia secondo cui gli alunni delle scuole fino a 14 anni non potranno, al termine delle lezioni, allontanarsi dall’edificio scolastico se non accompagnati dai genitori. Questo significa che anche i ragazzi che frequentano la scuola media dovrebbero aspettare l’arrivo dei genitori per tornare a casa. Onestamente mi sembra un po’ troppo; lo posso comprendere che ciò accada alla scuola elementare dove l’età degli alunni è bassa ma alla scuola media con ragazzi di età tra gli undici e quattordici anni mi sembra eccessivo.

Mario Forti
Mario Forti

Molto probabilmente la Ministra della pubblica Istruzione, Università e Ricerca Scientifica, Valeria Fedeli, ignora la realtà: sembra ferma a quando insegnava alla scuola materna avendo, nel propria carriera scolastica, conseguito un diploma triennale per insegnare in detta scuola. Senza voler approfondire la questione di un Ministro dell’Università e Ricerca che non ha mai visto l’Università sarei tentato di invitarla tutte le sere della settimana sotto casa mia per presentargli i ragazzi di età compresa tra 10 e 14 anni intenti ai primi approcci con il fumo, legale e non, con i primi amori e con l’alcool per chiedere loro se sono capaci di ritornare a casa dopo la scuola.

Ma scomodare il Ministro potrebbe essere troppo ambizioso da parte mia per cui mi è venuta un idea più “fattibile”: la città dei tre campanili nell’ultima legislatura è divenuta anche la città dei tre senatori tra cui si annovera Angela D’Onghia in qualità di sottosegretario all’Istruzione, Università e Ricerca Scientifica. Ho pensato: invito il sottosegretario. Poi scorro il curriculum vitae presso il Senato della Repubblica e leggo “ Geometra Angela D’Onghia”: senza ombra di dubbio le competenze di un geometra al ministero dell’istruzione, università e ricerca scientifica sono preziose e di certo non sarà interessata a venire a casa mia.

Poi mi viene in mente il viaggio a Berlino fatto a gennaio scorso: quando visito posti nuovi mi piace vivere la quotidianità ed una mattina, prendendo il tram, noto gruppi di ragazzini che non avranno avuto più  di dieci/dodici anni che vanno e tornano da scuola “da soli” con i mezzi pubblici. Il tutto mi fa riflettere sul fatto che bisogna responsabilizzare ed educare i ragazzi non imporre divieti. Il limite dei 14 anni è fortemente diseducativo ed evidenzia una mancanza di fiducia nei ragazzi senza considerare il disagio che creerebbe agli stessi genitori. Tra i tanti problemi irrisolti della scuola (strutture, strumenti didattici, programmi) è possibile che il legislatore si dedichi a disciplinare il momento della fine delle lezioni? Considerati i curricula di chi ha potere in tal senso il risultato non deve stupire.

Ricordo qualche anno fa che un ministro della Repubblica definì i ragazzi italiani “bamboccioni” sottolineando l’incapacità di allontanarsi dall’ala protettiva della famiglia: oggi risponderei a quel ministro che sono proprio loro con i provvedimenti come questo dei 14 anni a non aver fiducia nelle nuove generazioni. L’educazione in primis della famiglia, la formazione scolastica e la tecnologia (Smartphone che registrano ogni azione) non sono in grado di permettere ai ragazzi di età compresa sino a quattrodici anni di fare il tragitto scuola-casa nell’anno 2017? Se la risposta è negativa stiamo sbagliando qualcosa a cominciare dal Ministro della Pubblica Istruzione.

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