Reddito di cittadinanza e “furbetti”

NOCI – Finalmente dopo una non facile gestazione in questi giorni sembrerebbe essere diventata realtà la “promessa elettorale” del Movimento cinque stelle: il cosidetto reddito di cittadinanza. Partirà da aprile 2019, con le richieste del contributo che potranno essere presentate da marzo presso gli uffici postali.

Mario Forti
Mario Forti

A partire da aprile, quindi, i nuclei familiari che si trovano in una situazione di difficoltà economica e soddisfano i requisiti previsti, beneficeranno di un’integrazione del reddito fino ad un massimo di 780,00€. Per mantenere il diritto al reddito di cittadinanza bisognerà rispettare quelle che Di Maio ha rinominato come le “norme anti-divano” con la sottoscrizione, a seconda dei casi, di un Patto per il lavoro, di un Patto per la formazione o di un Patto per l’inclusione sociale con il centro per l’impiego.

Il reddito di cittadinanza non è altro che uno strumento di sostegno economico rivolto alle famiglie con un reddito inferiore alla soglia di povertà, lo stesso vale per gli over 65: questi infatti dovrebbero avere un reddito familiare non inferiore ai 7.560€: di conseguenza il reddito verrà integrato fino a quando l’assegno non raggiungerà la soglia suddetta.  Il reddito di cittadinanza però non è una sola misura assistenziale; oltre al contributo mensile, infatti, il beneficiario deve sottoscrivere una serie di “patti” accettando di frequentare dei corsi di formazione, di partecipare a dei lavori socialmente utili e di accettare almeno una delle tre offerte di lavoro che gli verranno presentate; in caso di mancato rispetto di questi obblighi si perde il diritto al reddito di cittadinanza.

Nella concezione del Governo questa misura è utile per garantire un sostegno economico ai soggetti che vivono al di sotto della soglia di povertà.  La misura, però, non può avere una durata superiore ai 18 mesi, rinnovabile. Precisati i paletti non posso sottacere l’abitudine tutta italiana di cercare sotterfugi per “rientrare” nella cerchia di coloro che ne hanno diritto. Amici commercialisti mi hanno raccontato di gente che lavora part-time o con compensi minimi che si è recata dal datore di lavoro per essere licenziata. “Perché guadagnare e soprattutto lavorare per 400 Euro quando Di Maio mi vuol dare almeno 780 Euro per restare a casa?” In realtà non è così: le norme prevedono tutta una serie di requisiti che non dovrebbero permettere ai “furbetti” di approfittare di uno strumento essenzialmente teso alla lotta alla povertà con sostegno al reddito e che non ha nulla a che vedere con quello che viene definito Reddito di cittadinanza in senso stretto (che è dovuto a tutti i cittadini, laddove previsto, senza limitazioni).

Non ci resta che aspettare e vedere cosa succede ricordando che anche Cesare Battisti, il terrorista, si credeva “furbetto” ma oggi è ospite, in isolamento diurno, presso il Grand Hotel “carcere di massima sicurezza di Oristano”.

Leave a Reply

Your email address will not be published.