Revenge porn e cefeidi

NOCI – L’ 11 aprile, all’interno della struttura del centro antiviolenza Andromeda di Noci, è stato inaugurato il primo co-housing della provincia di Bari pronto ad accogliere le donne che, dopo un periodo di difficoltà e dopo aver vissuto in casa rifugio, casa famiglia o altrove, necessitano di intraprendere un percorso di reinserimento sociale, lavorativo, culturale. “Cefeidi” è il nome del centro d’accoglienza realizzato grazie alla collaborazione di istituzioni pubbliche e private e rientra nel più ampio programma di interventi per prevenire e contrastare la violenza di genere, promuovendo percorsi di sensibilizzazione e contribuendo attivamente alla tutela e all’autonomia delle donne e dei loro figli.

Mario Forti
Mario Forti

Il gruppo appartamento “Cefeidi” di Noci è una struttura  messa a disposizione dal Comune di Noci, composta da sei camere da letto con bagno in camera, un soggiorno adibito a zona relax, una cucina, due dispense e un’ampia sala da pranzo. Questa lodevole iniziativa offre lo spunto per qualche riflessione su quella che viene definita violenza di genere e che si concretizza essenzialmente in violenza contro il genere femminile. Si tratta, ahimè, di un tema sempre attuale presente nelle cronache giudiziarie quotidiane e che forse tendiamo a sottovalutare sino al momento in cui si trasforma in “tragedia”.

Abbiamo la tendenza ad ignorarlo quando non ci rendiamo conto che nelle nostre famiglie, se non in quella della porta accanto alla nostra, si verificano episodi di sopraffazione. Ma è bene parlarne anche perché in questi giorni, finalmente, è stata approvata la legge sul revenge porn, altra pratica deprecabile che vede spesso vittime le donne: sei anni di reclusione (e multa fino a 15mila euro) per chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate.

La pena viene estesa non solo all’autore del revenge porn, ma anche a chi a sua volta li diffonde. La pena è aumentata se i fatti sono commessi dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se i fatti sono commessi attraverso strumenti informatici o telematici. Ma se da un lato sembra si facciano passi avanti, dall’altro ritorniamo nel medioevo: in Turchia vi è una proposta di legge che di fatto legittima la violenza sessuale e il matrimonio delle bambine:  depenalizza lo stupro delle minorenni nel caso in cui lo stupratore sposi la ragazza. A questo punto ritengo la cosidetta globalizzazione una emerita cazzata: non siamo tutti uguali e non potremo mai esserlo, d’altronde lo stesso Darwin, che non è Bonolis, aveva constatato che la natura si fonda sulla diversità.

Chiudo il mio spunto con un appello: rispettate le donne perché ogni giorno si fanno un mazzo che noi uomini non riusciremmo nemmeno a pensare.

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