NOCI – Com’è noto ai cattolici il mese di novembre è dedicato ai defunti e vede nel giorno due il proprio culmine con la ricorrenza della commemorazione dei defunti: non una festività civile come molti credono e come avviene il giorno prima con la solennità di Tutti i Santi. L’idea di commemorare in un unica ricorrenza tutti i morti risale al secolo IX grazie all’abate benedettino sant’Odilone di Cluny. Il significato è quello di pregare le per le anime di tutti coloro che ci hanno preceduti nel segno della fede e si sono addormentati nella speranza della resurrezione. In Italia è tradizione far visita ai propri defunti nei cimiteri, deponendo sulle tombe i crisantemi.
In altre parti del mondo, esistono tradizioni che mescolano ‘sacro’ e ‘profano’: dalle tombe ornate con giocattoli e alcolici in America centrale agli aquiloni da far librare in volo in Guatemala. In Messico, uno dei Paesi più religiosi al mondo, la festa entra nelle case dove vengono preparati altari dei morti affinché i defunti facciano ritorno nelle proprie abitazioni per ‘salutare’ i famigliari così come accade ancora in alcuni paesi italiani. Potrebbe sembrare un paradosso ma ricordare i morti non dovrebbe fare altro che valorizzare ed apprezzare la vita. Passeggiare per un cimitero è uno dei momenti di massima riflessione per il sottoscritto: la morte è il momento in cui tutte le differenze sociali – culturali – economiche si appianano, quella che Totò definiva “la livella”. Ma non solo: è il momento in cui si dovrebbe riflettere sul significato e soprattutto sul grande dono della vita.
Non serve affannarsi per andare al cimitero il 2 novembre se per tutto l’anno non si ha un minimo pensiero per i defunti. Non fate inutili comparsate, non servono ne a voi ne a nessuno ed accrescono solo il caos che si può creare in un’occasione simile. Dall’altro lato se siete impossibilitati a recarvi dai vostri defunti in questa occasione ma li portate sempre nel cuore e quando potete andate a portare loro un fiore non vi crucciate, questa ricorrenza è un po’ una scusa per pensare a chi non c’è più per cui se voi già lo fate non sentitevi in difetto. Il momento della morte diventa anche un momento di “esagerata” ipocrisia: non so se vi è capitato ma spesso durante le funzioni funebri il defunto sembra un’altra persona. Pur essendo stato in vita un autentico pezzo di merda (scusate il francesismo ma quando ci vuole…) ne tessono le lodi come si trattasse di altra persona: perché? A che serve? Senz’altro tutti meritano la “pietas” cristiana ma si fa più bella figura col silenzio in molti casi.
A tal proposito mi piace ricordare la estrema onestà e schiettezza di una mia cliente quando percepì la pensione del marito defunto in una spiacevole circostanza; con semplicità mi disse: “Avvocato, mio marito vale più da morto che da vivo…”. Concludendo ritengo più giusto e bello un abbraccio dato in vita che un lumino portato al cimitero!